venerdì 23 aprile 2010

Fiorella, Stefano & Rossella



Da tempo Fiorella non cresce e diventa sempre piu’ emaciata. Abbiamo temuto pure che fosse HIV positiva, ma il test e’ risultato negativo. Ci siamo industriati in vari modi per capire quale fosse il problema della continua perdita di peso, nonostante la nutrissimo regolarmente.
I nostri sforzi sembravano vani, e le sue condizioni ricordano molto quelle di un bimbo dei tempi della crisi in Biafra.

Ma ora forse abbiamo trovato la soluzione. Abbiamo deciso per uno svezzamento immediato; abbiamo iniziato con la papaya ed ora proseguiamo anche con porridge. Vogliamo rapidamente arrivare ad una dieta normale per un bimbo di 5 mesi.

La bambina sembra molto affamata e ghiotta, e speriamo che presto possa ricominciare a prendere peso.



Stefano invece ha avuto una di quelle fortune che capitano a pochissimi. Infatti, tramite Sr Anselmina dell’orfanotrofio di Nkabune, siamo riusciti ad ottenere per lui una vera adozione. E’ stato accolto nella famiglia di una giovane coppia senza figli. Si tratta di una coppia kenyota; ed ora Stefano ha un padre ed una madre, ed abita non lontano da Meru.

Se le persone interessate alla sua adozione a distanza, vogliono avere notizie piu’ precise, magari anche con l’idea di continuare a supportare la sua nuova famiglia, possono scrivere direttamente a Sr Anselmina Karimi. DOM. Meru children’s home. PO BOX 1018. 60200. MERU(KENYA).



Rossella dal canto suo sta benissimo ed oggi e’ ancora piu’ contenta perche’ ha trovato altre persone che la vogliono aiutare con la adozione a distanza. Naturalmente useremo i soldi per Rossella in modo onesto, e tutti coloro che la sponsorizzano si sentiranno a dovere come i suoi genitori adottivi. Ringraziamo dunque Giusi e Paolo per aver voluto contribuire anche loro ad un futuro migliore per Rossella.




Fr Beppe

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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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