sabato 24 aprile 2010

La cardiochirurgia

Le malattie cardiovascolari sono estremamente frequenti nella casistica del nostro ospedale. Moltissimi sono i bambini con gravi “soffi” e segni di insufficienza cardiaca.
In eta’ pediatrica la causa piu’ comune di danno cardiaco pare essere la febbre reumatica che qui e’ presente e devastante.
Normalmente la malattia reumatica non viene riconosciuta perche’ al dispensario dove la gente si rivolge prima di andare in ospedale non si eseguono ne’ ASLO, ne’ tantomeno tamponi faringei per la ricerca dello streptococco beta emolitico. Il bimbo viene quindi spesso trattato erroneamente per una malaria inesistente, ed il germe non viene eradicato dall’organismo, dandogli cosi’ il tempo di “viaggiare” attraverso il circolo sanguigno e di depositarsi sulle valvole cardiache, devastandole in modo irreversibile.
Quando i bambini vengono in ospedale hanno situazioni cardiologiche ormai non piu’ modificabili dalla terapia medica. In genere si prescrive loro comunque la profilassi antibiotica, e si cerca di dare farmaci per contrastare lo scompenso cardiaco, quando questo si instaura.
Frequenti sono anche le malattie congenite del cuore. Nell’ultima settimana abbiamo avuto due casi di tetralogia di Fallot. Inoltre non e’ eccezionale trovare dei difetti interatriali ed interventricolari. Credo che anche il nostro orfanoBonface avesse una cardiopatia congenita... ma purtroppo non ci abbiamo pensato in tempo.
Curare dal punto di vista medico una cardiopatia congenita e’ ancora piu’ difficile per noi, perche’ ci mancano i farmaci cardiologici in dosi ridotte per i “piccolissimi”.
Tra gli adulti le malattie cardiache sono molto frequenti, e sovente associate ad ipertensioni arteriose misconosciute o insufficientemente controllate, per motivi economici. Normalmente il malato sospende le medicine perche’ non ha piu’ soldi per comprarne altre. Anche tra gli adulti troviamo malattie valvolari, ma sono in aumento la cardiopatia ischemica e le aritmie importanti.
Molte volte gli adulti afferiscono a noi in condizioni terminali con scompensi cardiaci all’ultimo stadio, e cio’ limita ancor piu’ le nostre possibilita’ terapeutiche.
Per i bambini e gli adolescenti con malattia congenita o reumatica, ma anche per i giovani adulti con cardiopatia ischemica mi sono posto tante volte la domanda se proporre loro un intervento cardiochirurgico. All’inizio lo facevo, dal momento che a Nairobi le operazioni vengono eseguite in alcuni grandi centri di salute.
Dicevo loro di fare delle raccolte fondi nei villaggi e tra i membri delle loro chiese di appartenenza; suggerivo di vendere mucche e campi per pagare l’intervento... ma normalmente i soldi non bastavano mai, ed i pazienti quindi tornavano da noi implorandoci per un prestito.
A parte il fatto che io non credo avrebbero mai restituito cifre dell’ordine di 7000 Euro, in realta’ questi soldi noi non li avevamo davvero, in quanto e’ gia’ durissima gestire Chaaria cosi’ come e’ adesso, pagando farmaci, elettricita’ e stipendi senza ritardo. Per questo in genere dicevo sempre che non avevamo denaro per aiutarli: loro naturalmente non ci credevano, vedendoci uscire in automobile ed usare telefonini e computer portatili... e cio’ portava sovente a screzi e malumori nei nostri confronti.
Questa e’ la ragione per cui, per molti anni ho deciso di non accennare neppure ad un povero che ci sarebbe la possibilita’ di operare suo figlio o sua figlia. Ricordo con tenerezza tanti bambini da me seguiti per problemi cardiaci, i quali poi ad un certo punto hanno smesso di venire alle visite di controllo. Sicuramente sono in Paradiso, anche se nessuno dei genitori si e’ mai preso la briga di farmelo sapere!
Tra tutti ripenso oggi con nostalgia ad una bimba di circa 10 anni, di nome Kirito. Mi voleva bene e mi abbracciava tutte le volte che la visitavo; non mi chiamava “dottore” ma “zio”... anche lei e’ scomparsa nel nulla, e la credo ormai nella luce di Dio.
Ma ora la Provvidenza ci e’ venuta incontro con i suoi modi misteriori, che un occhio laico potrebbe definire casuali.
Siamo venuti fortuitamente in contatto con la missione di Oldonyiro, vicino a Nanyuki, dove un anziano signore, in arte “nonno Luigi”, ha organizzato un centro di raccolta per bambini cardiopatici poveri. Da anni ormai “nonno Luigi” li accoglie, organizza e finanzia per loro il trasporto in Italia, dove vengono poi operati in vari ospedali. Al rientro in Kenya e’ ancora il centro di Oldonyiro che li segue del tutto gratuitamente, offrendo loro i farmaci necessari ed i testi della coagulazione tanto importanti nel lungo follow up.
Da quest’anno Oldonyiro lavora con l’ospedale cardiochirurgico di Emergency a Karthoum (Sudan).
Abbiamo ricevuto in questi giorni la visita della dottoressa Gabriella Buono (anestesista presso la cardiochirurgia delle Molinette di Torino, e coordinatrice medica per i progetti cardiochirurgici da riferire a Karthoum). La dottoressa e’ venuta insieme a “nonno Luigi” per offrirci la loro collaborazione.
In pratica quello che ci offrono e’ il massimo che ci potessimo aspettare.
Avevo infatti timore che Chaaria avrebbe dovuto sobbarcarsi spese di viaggio per i pazienti, oltre che corse a Nairobi per passaporti e VISA. Tutto cio’ sarebbe stato praticamente impossibile per noi, sia per motivi finanziari che per problemi di tempo e di personale.
Invece a noi chiedono solo i pazienti... e questi, ringraziando il Signore, a Chaaria non mancano di certo!
Noi faremo il primo screening cardiologico con le competenze tecniche che abbiamo a disposizione (visita, ECG, Ecocardio, ASLO, esami di laboratorio di routine), e, quando onestamente pensiamo che un bambino (ma anche un adulto in buone condizioni) possa avere una indicazione alla cardiochirurgia, semplicemente lo indirizziamo a Oldonyiro con i nostri documenti clinici.
Laggiu’ “nonno Luigi” organizzera’ tutta la logistica: dara’ loro degli appuntamenti per i giorni in cui i cardiochirurghi verrano dal Sudan per lo screening preoperatorio definitivo; se sono molto poveri e provengono da zone remote, li ospitera’ nella missione finche’ il team di Karthoum verra’ a visitarli. Per quelli ritenuti idonei all’intervento “nonno Luigi” e la sua organizzazione penseranno ai documenti e copriranno tutte le spese sia per il passaporto ed il VISA, che per il trasporto aereo del malato e di un accompagnatore.
Nell’ospedale di Karthoum poi sara’ tutto assolutamente gratuito, sia per l’operando che per il parente.
In pratica noi dobbiamo solo visitare i malati e mandarli ad Oldonyiro. Poi tutto sara’ fatto gratuitamente grazie a nonno Luigi e ad Emergency.
Mi sembra una cosa eccezionale per la nostra popolazione, soprattutto se penso a quanti bambini e giovani sono morti fino ad oggi per mancanza dei soldi necessari all’intervento cardiochirurgico.
A nome di tutti i poveri che stiamo gia’ visitando e scegliendo per la prima missione in Sudan, desidero esprimere il nostro piu’ sentito ringraziamento a Emergency, che ci ha scelti come centro di reclutamento pazienti; a “nonno Luigi”, che ha accettato di sobbarcarsi tutta la parte burocratica ed economica per il viaggio ed i documenti necessari, nonche’ il follow up post-operatorio al ritorno dal Sudan; e non ultimo al dott Giorgio Carbone che ci ha messi in contatto con la dottoressa Buono ed ha fatto partire tutto il meccanismo.
Come credente e come religioso sento il bisogno di ringraziare Dio che si prende cura dei suoi poveri ed usa le nostre mani ed i nostri cervelli nei modi piu’ impensabili, creando reti di collaborazione e sinergie ritenute impensabili fino a poco prima.

Fr Beppe

1 commento:

Dr. Ugo Montanari ha detto...

Baba è meraviglioso... meraviglioso, ti dico (mentre ti scrivo ho davvero le lacrime agli occhi, scusa gli errori di stumpa).
meraviglioso.
meraviglioso
Se penso che ora collaborate con due realtà (Emergency per la cardiochirurgia e S.Egidio per l'HIV) che per me son sempre state un mito....bè provo un vero senso di gratitudine per Mungu che vi ha fatto incontrare.

P.s.: il terzo mio mito siete proprio voi di Chaaria

Ugo entusiasta


Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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