lunedì 12 luglio 2010

Chaaria e le origini

A poche ore di viaggio da Chaaria c’e’ il luogo della creazione. Circa 400 milioni di anni fa, mentre stava completandosi la deriva dei continenti, l’Africa orientale non ne voleva sapere di allontanarsi dalla penisola araba da cui si era da poco staccata e oppose una resistenza tale da provocare una frattura della crosta terrestre lunga dall’Etiopia allo Zimbabwe, che rischiava di dividere in due il continente africano. Ma la terra si era ormai raffreddata, cosi’ la deriva si arresto’. Si erano improvvisamente aperte due linee di frattura parallele, lunghe migliaia di chilometri, e tutta la fascia di terra compresa tra le due linee, larga mediamente venti chilometri, era sprofondata di ben duemila metri in un colpo solo, creando all’istante un’immane voragine: la Rift Valley. Sui bordi del Rift ci sono prati che sembrano terminare contro il cielo, invece scendono ripidi e dopo un salto di un chilometro finiscono su un fondovalle piatto a perdita d’occhio, interrotto da vulcani e laghi salati. In questo sito si e’ verificato quel passaggio decisivo della catena evolutiva che ha portato all’uomo. Infatti i regolari pendii visibili oggi sui fianchi della Rift Valley sono il risultato dell’azione erosiva delle piogge, ma in origine le pareti erano irregolari e ricche di caverne, cosi’ le scimmie antropomorfe che per prime hanno acquisito la stazione eretta sono scese dagli alberi e hanno trovato facile riparo dai predatori in grotte ben difendibili. L’ambiente favorevole ha permesso ai primi ominidi di completare la loro evoluzione fino all’homo sapiens. Nel museo antropologico di Nairobi sono esposti i resti dell’australopitecus afarensis, il piu’ antico ominide capace di stazione eretta, ritrovato proprio sul fondo della Rift Valley kenyana. Lucy, sua discendente e prima sapiens, fu trovata nella porzione etiope del Rift. Partendo da questa valle l’uomo si e’ spinto via via nelle regioni circostanti fino ad abitare l’intero pianeta. Un africano mi ha detto che di notte la Rift Valley si trasforma nella chiesa piu’ grande del mondo: navata unica, volta affrescata di blu, luci alogene puntiformi e, sopra l’abside, una grande croce, la costellazione della Croce del Sud, non visibile dalle latitudini europee. Tutte le volte che ho visto il Rift mi sono sentito inadeguato alla maestosita’ del luogo, consapevole di non essere niente di fronte a tale grandezza. Se volete visitare la Rift Valley dovete affrettarvi, perche’ in realta’ il movimento di deriva dei continenti e’ solo rallentato, prosegue impercettibilmente e tra qualche milione di anni il mare entrera’ nel Rift sommergendolo e separando due afriche.
Sulle origini dell’uomo ho sempre pensato che le posizioni creazioniste e quelle evoluzioniste fossero conciliabili. La differenza sta nel credere che l’inizio della vita sia un atto volontario, rispetto al ritenere che sia un fenomeno casuale. Chi crede nella creazione dovrebbe immaginare una successione stabilita di eventi distribuiti in un intervallo di tempo che per noi e’ immenso, perche’ parte da uno squarcio della terra e arriva all’uomo, mentre per il Creatore e’ un istante, rappresentato da Michelangelo con il dito puntato dell’Onnipotente. Pero’ l’Africa riserva sempre delle sorprese, cosi’ pochi giorni fa un prete africano mi ha complicato le cose. Nell’Ospedale di Chaaria era ricoverata la mamma morente di un sacerdote kenyano che si e’ dedicato agli studi biblici, il quale mi ha detto che non e’ vero che Dio «creo’» il mondo. Sono rimasto sorpreso, ma ho intuito che c’era un tranello. Infatti subito dopo egli mi ha rivelato che la fonte biblica originale della Genesi era stata mal tradotta dall’ebraico antico: la versione corretta e’ che Dio «avvio’» la creazione del mondo. Per completare il suo ragionamento il sacerdote mi ha spiegato che la creazione e’ ancora in corso con la diffusione della fede, delle idee, della luce (quest’ultima precisazione dovrebbe trovare d’accordo anche gli astrofisici). Tra me e me ho pensato che il concepire la creazione come un fenomeno “avviato” portava a due conclusioni: in primo luogo, la sequenza dei fenomeni descritti dalle scienze evoluzionistiche era piu’ facilmente riconducibile alla creazione; in secondo luogo, non essendo individuabile una fine del processo evolutivo, la creazione continuava anche nelle particelle elementari della materia e nelle forme di vita attuali.
Il giorno dopo e’ morta la madre del sacerdote, il quale ha cosi’ concluso: «adesso mia mamma e’ tornata al Signore per rientrare pienamente in quel processo creativo che Lui ha avviato».

 
Dott.  Pierantonio Visentin



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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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