domenica 11 luglio 2010

Grazie agli amici di Roma

Ho ricevuto il dono del dott. Ugo Montanari, e con questo scritto desidero semplicemente ringraziare sinceramente lui e le persone che a Roma si sono prese cura di me.
La mia foto parla da sola, non e’ vero?.
Sono stata in fin di vita ad aprile scorso. Ero molto piu’ gonfia di quanto non lo sia ora. Ero ricoverata a Chaaria, ma alla fine Beppe aveva deciso di inviarmi a Nairobi per tentare la dialisi. Mi aveva detto che, senza di essa, io sarei morta di insufficienza renale causata dal mio diabete giovanile.
Sono quindi andata al grande ospedale della Capitale con pochissime speranze di vita: oltre alla situazione dei miei reni ormai apparentemente fuori uso, ero al corrente della mia ipertensione arteriosa che ormai non rispondeva piu’ ad alcuno dei farmaci disponibili a Chaaria. Inoltre ci vedevo poco e male.
Ho aspettato tanto per la dialisi in quel grande reparto, ma non me l’hanno mai fatta... non ne conosco la ragione...so solo che ad un certo punto ho ripreso ad urinare e sono progressivamente sgonfiata.
Anche la mia glicemia sembrava un po’ piu’ giudiziosa: io infatti sto attentissima alla dieta, ma a volte ho dei valori glicemici paurosi pur attenendomi scrupolosamente a quanto mi dicono di mangiare.
Adesso sto nuovamente piuttosto male. Sono appena tornata dalla visita di controllo presso l’ospedale di Nairobi, ma non mi hanno modificato la terapia.
Io pero’ sono nuovamente gonfia come un pallone; la mia pressione e’ di nuovo alle stelle; la glicemia fa sbalzi imprevedibili... dall’ipo, fino a valori cosi’ elevati da essere indosabili per la macchinetta;  e poi ci vedo sempre meno.
Beppe mi ha cambiato le medicine, e fra due settimane ci rivediamo... non ho voluto essere ricoverata, anche se lui ha insistito un po’: sono stufa di ospedali!
Quello che ora e’ cambiato (e di cui non finiro’ mai di ringraziarvi!) e’ il fatto che, grazie al sostegno dei benefattori di Roma, io non devo piu’ pesare sulla mia famiglia per il pagamento delle medicine.
Possa il Signore ricompensare con il centuplo quelle persone buone che hanno pensato al “fondo per il sostegno dei diabetici”, in particolare alla Sig.ra Donatella Marcaccio.
Martin, un altro ragazzo di Chaaria affetto come me da diabete giovanile, e’ morto alcuni giorni fa presso il Cottolengo Mission Hospital: pure lui ha avuto un blocco renale e non c’e’ stato ne’ il tempo, ne’ la disponibilita’ economica per tentare una dialisi.
Ho paura di fare la stessa fine anche io... e molto presto! Dite una preghiera per me: a volte preferirei la “beata ignoranza”, ma io purtroppo sono andata a scuola e sono cosciente del fatto che le mie aspettative di vita non sono delle migliori.

Josphine

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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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