venerdì 23 luglio 2010

Ken a Nkabune

Carissimo Beppe,
come sempre prima di scriverti guardo il blog e anche stavolta, di fronte al drammatico racconto della morte di Charity, mi  vergogno per la banalità di quello che ti scrivo.... 
Mi sono  dimenticato di ringraziarti per la notizia del trasferimento di Ken. 
Sapevamo che sarebbe avvenuta presto e del resto la visita di  quest'anno all'orfanotrofio di Nkabune ci ha confortato  perchè abbiamo trovato una realtà molto migliore rispetto all'anno scorso: bambini puliti, 
curati e allegri per cui pensiamo che Ken, potendo muoversi in spazi più ampi e giocare con gli altri bimbi, vada a star meglio.

Pietro Rolandi

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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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