venerdì 23 luglio 2010

Stefania ed Antonio

Tutto passa, diceva Socrate...ed anche oggi siamo al termine di un capitolo significativo della vita della nostra famiglia a Chaaria.
Stefania ed Antonio ci hanno salutato.
Ci sono stati momenti di commozione, ed e’ stata versata anche qualche lacrimuccia.
Grazie di cuore, Stefania, per il tuo servizio silenzioso in laboratorio analisi e per la paziente ricerca nelle nostre ‘sgangherate’ cartelle cliniche.
I dati che per noi hai prodotto sulla malaria gia’ sono stati letti a Ginevra, e forse da essi partiranno nuove collaborazioni. I grafici sui parassiti intestinali da te realizzati costituiscono il primo studio quantitativo sulla incidenza di queste patologie in tutta la storia del Cottolengo Mission Hospital.
Dio ti colmi di bene per quello che hai fatto per noi e per i malati  in queste tre settimane.
Grazie a te, caro Antonio, amico di Chaaria da sempre, e prezioso collaboratore nel campo delle connessioni internet e della telemedicina.
Ci hai tirati fuori dall’isolamento telematico che durava ormai da circa otto mesi, ed hai ‘riconnesso’ anche Mukothima che versava nelle nostre stesse condizioni. Solo chi e’ lontano da casa ed ha seri problemi di comunicazione puo’ comprendere quanto importante sia stata la tua venuta tra di noi ed il tuo lavoro che ci ha nuovamente aperti al dialogo con il mondo. Anche a te auguriamo le benedizioni di Dio su tutti i progetti che ti prepari ad intraprendere in futuro a beneficio dei poveri di tante Nazioni del mondo. Sappiamo che sei ora diretto in Madagascar, e ti auguriamo un pieno successo anche li’, in modo da ridonare internet pure a quella comunita’, che, a quanto pare, e’ stata isolata per un anno... ed ha quindi sofferto piu’ di noi.
Il volontariato e’ una risorsa di cui non riusciamo neppure a comprendere pienamente il valore, ma di cui rendiamo grazie a Dio continuamente.
Oggi e’ anche tornata a Chaaria Pinuccia dopo le sue vacanze italiane, e la accogliamo con un gran sospiro di sollievo, soprattutto pensando alla gravissima carenza di infermieri che sta falcidiando il nostro ospedale.

La comunita’ di Chaaria


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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