lunedì 6 settembre 2010

L'arto fantasma

L’intervento di David e’ andato bene, ma la cosa penosa  e’ che lui sente ancora dolore all’arto amputato e spesso fa dei movimenti ormai iscritti a livello sottocorticale, tentando di spostare il pesante braccio ormai assente con la mano sinistra. A volte lo vedi mentre tenta di afferrare l’aria... e ti fa una gran pena.
Ha la morte negli occhi, e mi sono sentito quasi un verme quando, dopo la medicazione di oggi, gli ho detto che l’intervento era andato molto bene.
Spero di riuscire a curare questa sindrome dell’arto fantasma, in modo da offrire a David, se non la guarigione, almeno qualche mese senza dolore fisico.
Lui e sua moglie rigraziano quanti hanno offerto o offriranno un piccolo obolo per le loro ingenti spese sanitarie e familiari.

Fr Beppe Gaido

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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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