Le ragioni di questa patologia odontoiatrica sono varie e non certo studiate adeguatamente nel nostro contesto rurale.
La prima causa che ci pare di individuare e’ comunque da addurre alla completa mancanza di igiene orale. La percentuale di coloro che si lavano i denti con spazzolino e dentifricio e’ assolutamente risibile.
Anche dalla semplice osservazione dei pazienti ricoverati in ospedale ci si rende conto che meno dell’1% ha con se’ uno spazzolino e compie l’igiene orale almeno una volta al giorno.
Lo stesso dicasi per le scuole convitto del circondario.
Il problema e’ la quasi completa assenza di attenzione al problema da parte dei genitori, che non fanno educazione sanitaria a casa. Il disinteresse poi continua nelle scuole, dove gli insegnanti non si preoccupano di tale area.
Tutta l’enfasi della medicina preventiva insegnata nelle scuole sembra ridursi all’HIV, alle malattie sessualmente trasmesse ed alla prevenzione delle gravidanze non volute.
Si parla poco anche di malaria, e pochissimo di malattie trasmesse dall’acqua.
Altro fattore contrubuente alla carie nel nostro contesto va cercato nell’uso di mezzi tradizionali per la pulizia orale. Ancora molti usano un bastoncino per rimuovere resti di cibo tra la dentatura. Tale manovra provoca microtraumi allo smalto e questi sono la porta di ingresso per i germi responsabili della carie.
C’e’ poi il problema dell’acqua contaminata dei fiumi o dei pozzi usati dalla gente per uso domestico: alcuni dentisti italiani mi hanno suggerito che lavarsi i denti con tale tipo di acqua potrebbe essere ancor piu’ nocivo.
Altri odontoiatri mi hanno anche indicato che nella nostra acqua dovrebbe esserci una quantita’ abnorme di calcio e fosforo, cosa che provocherebbe cambiamenti della colorazione dei denti ed alterazioni nel metabolismo della dentina e dello smalto. Molta gente infatti qui ha denti marrone invece che bianchi.
Anche la masticazione continuativa di miraa (una droga locale) pare alterare il normale metabolismo generale della dentina e dello smalto, causando dapprima discolorazioni e poi carie.
Facciamo spesso campagne preventive gratuite nelle scuole primarie e secondarie quando abbiamo dei dentisti italiani, e forse questo comincia ad avere un impatto sulla prevalenza della carie soprattutto tra i giovanissimi.
Un ulteriore problema che ci troviamo ad affrontare deriva dal fatto che la gente non da’ importanza alla patologia finche’ il dolore diventa insopportabile, con il risultato che sovente ci troviamo di fronte a denti distrutti per i quali una cura od una ricostruzione sono assolutamente impossibili.
Inoltre i pazienti normalmente non vogliono le ‘otturazioni’, perche’ hanno paura che il dente poi ‘faccia male’ lo stesso dopo poco tempo. Essi quindi testardamente chiedono estrazioni anche per carie molto piccole e per i denti anteriori.
Pure qui c’e’ molto lavoro da fare nel campo dell’educazione sanitaria.
La catena di eventi che porta alla carie e’ la stessa qui da noi, come in Europa: dapprima si inizia con la placca che non viene mai rimossa perche’ non si lavano i denti. Poi la placca calcifica e diventa tartaro (impregnato di germi patogeni). Questo provoca a sua volta danni alla gengiva (parodontopatia), che inizia a ritirarsi progressivamente. La perdita di sostanza e l’accorciamento della gengiva espongono la radice che diviene facile preda dei germi responsabili della carie. Inoltre la corona dentaria si allunga, i denti diventano instabili e traballanti fino a cadere.
Quando possibile facciamo anche una detartrasi al primo contatto odontoiatrico, per cercare di interrompere questa catena.
Ma il lavoro piu’ difficile per noi e’ la lotta quotidiana per cercare di non estrarre denti ancora recuperabili.
Quello dell’educazione sanitaria rimane un campo in cui dobbiamo fare molto di piu’, ma ce ne mancano le forze... forse i volontari ci potranno aiutare pure in questo settore.
Fr Beppe Gaido
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