Ricordate Lisper? Come avete sentito sta molto meglio, mangia di tutto e gioca con gli altri bambini. Ma andiamo per ordine.
Lisper e’ una bambina di tre anni che dopo la morte della mamma e’ rimasta con un padre povero e portatore di un disturbo psichiatrico, il quale non e’ stato in grado di accudirla adeguatamente e l’ha nutrita troppo poco, quasi esclusivamente con papaya. E’ arrivata a Chaaria con il corpo gonfio per un edema generalizzato, con distrofie cutanee, i capelli chiari e radi, quasi immobile, sette chili di peso: e’ il Kwashiorkor, una grave forma di malnutrizione che colpisce l’infanzia nei paesi poveri. Non e’ chiaro come mai alcuni bambini gravemente denutriti sviluppino questa forma di edema, mentre altri diventino sempre piu’ magri con l’addome prominente (marasma), ma l’origine e’ la stessa: vengono privati del cibo, e per lunghi periodi sono costretti ad un’alimentazione scarsa e poco varia, che li espone al rischio di infezioni, scompenso metabolico, insufficienza multiorgano. Il rischio di morte e’ elevato e si puo’ mantenere tale anche dopo alcune settimane dall’inizio delle cure.
Il bambino puo’ essere aiutato con alcuni farmaci, ma il provvedimento piu’ importante e’ la ripresa dell’alimentazione, che deve assicurare un apporto calorico sufficiente ad arrestare il catabolismo. Nei primi giorni Lisper accettava gli alimenti proposti e l’edema aveva iniziato a ridursi, ma in un secondo tempo ha cominciato a rifiutare progressivamente il cibo, pertanto e’ stata portata nella Piccola Casa di Tuuru, dove le Suore seguono anche un gruppetto di bambini denutriti, con grandissimo successo.
Lisper si e’ giovata delle amorevoli cure di Sr. Andreina, di Sr. Oliva e delle loro collaboratrici, che, con competenza e con l’esperienza maturata in tanti anni di servizio hanno rieducato la bambina all’alimentazione, inserendola in un gruppetto di bambini di eta’ simile, alcuni con lo stesso problema, altri con malattie diverse.
Se Lisper, come tutti ci auguriamo, completera’ il suo recupero, potremo elencare numerosi fattori che avranno contribuito al suo ristabilimento: la scelta degli alimenti e delle medicine, le premure per l’igiene, l’attenzione a recuperare delle relazioni corrette con l’ambiente e con le altre persone, e cosi’ via dicendo.
Ma c’e’ un elemento che si e’ manifestato in maniera decisiva, l’amore. Un amore cosi’ servizievole e disinteressato per il quale esiste un termine piu’ appropriato: carita’.
Personalmente, ritengo che Lisper mi aiutera’ a ricordare che posso usare tutti gli strumenti di cui dispongo e posso donare tutto quello che possiedo... ma se non ho la carita’... (1 Corinzi 13, 1-3).
Pierantonio Visentin
Chaaria
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