sabato 9 ottobre 2010

Abbiamo accolto il gruppo dei volontari sardi

Ringraziamo Paolo (medico centodiciottista e chirurgo pediatrico); Simona, Barbara e Speranza Rita (infermiere professionali) per essere venuti a Chaaria a darci man forte per le prossime due settimane.
Essi appartengono al gruppo di Luciano Cara.
Paolo si occupa dei pazienti ricoverati nel reparto di medicina generale, e si rende disponibile per tutti gli interventi chirurgici dove il suo contributo e’ richiesto.
Le infermiere invece si dedicano al nursing dei malati piu’ gravi, dedicandosi prioritariamente alle medicazioni delle ulcere da decubito, delle ustioni e delle ferite post-operatorie.
Li accogliamo e siamo sicuri che ci troveremo benissimo con loro. Anticipatamente esprimiamo il nostro grazie per tutto quello che faranno per i nostri ammalati.

La comunita’ di Chaaria




1 commento:

Rosa Alba ha detto...

Bravo Paolo, Simona, Barbara e Speranza Rita bravissimi avete nel CONCRETO e non solo nelle parole, portato il vostro aiuto a chi ha bisogno!
Sono ORGOGLIOSA di te e di tutti voi!


Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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