giovedì 28 ottobre 2010

Letterina del Dr. Ugo Montanari di Roma, per Colline e la piccola Sandra Mwendwa

Tumbilina cicciottella
sei davvero molto bella.
sembri un cioccolatino
travestito da bambino.

Se la mamma ora ha finito,
con il suo diploma ambito
forse ancor per un pochino
servirà qualche soldino.

Mentre aspetta di trovare
il luogo dove lavorare,
qualche euro nel cassetto
sarà certo benedetto.

Baba Beppe mi può dire
quanto vi posso elargire
per campare per un anno
senza affanno e senza danno?

Ugodoc kiboko kichaa

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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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