mercoledì 27 ottobre 2010

Mi chiamo Sandra Mwendwa...

….  e sono figlia di Colline. Mi volevo presentare al Dr Ugo Montanari che sostiene me e la mia mamma con la adozione a distanza.
Siamo molto felici del suo aiuto, e, anche grazie a lui, la mia mamy riesce a studiare e ad assicurarmi il cibo e le cure necessarie alla mia crescita.
Come vedete, non sono affatto denutrita, e fortunatamente finora non mi sono mai presa la malaria.
Sono di carnagione chiara, come la mia mammina: qui da noi la gente pensa che coloro che hanno la pelle un po’ piu’ chiara (li chiamiamo “brown”) sono piu’ belli; questo naturalmente lo applichiamo soprattutto alle ragazze... e quindi alla sottoscritta.
La mia mamma in questi giorni e’ molto impegnata perche’ sta  sostenendo l’esame di “Form 4”, cioe’ sta finendo le Superiori.
Io e la mamma insieme ringraziamo il dott Montanari, perche’, senza il suo aiuto, non saremmo mai riusciti a sopravvivere e a terminare il corso di studi. Ora che mia madre avra’ un “pezzo di carta” potra’ forse anche trovare un lavoro e la nostra vita sara’ molto piu’ semplice.
Dio benedica Ugo a cui promettiamo la nostra preghiera.

Sandra Mwendwa e Colline



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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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