venerdì 12 novembre 2010

Naomi cambia scuola

Naomi sta concludendo l’anno scolastico della FORM 2, ed i suoi risultati scolastici sono stati ottimi.
Ora lei stessa ha fatto una richiesta a cui comunitariamente abbiamo deciso di acconsentire.
In pratica chiede di essere trasferita in una scuola superiore migliore di quella dove sta frequentando adesso, perche’, secondo lei, uscendo dall’attuale istituto (poco quotato), non riuscirebbe poi ad accedere ad alcun “college” dopo la FORM 4.
Stiamo quindi cercando un istituto secondo il cuore di Naomi.
Naturalmente questa sua richiesta necessitera’ anche di un po’ di coraggio da parte sua, perche’ si trattera’ di passare da un regimo di semiconvittore, come quello odierno, ad uno di “internato”: lei sara’ cioe’ in scuola per tre mesi insieme alle altre studenti, e passera’ le notti in dormitorio con loro.
Sara’ un bel passo per lei: dovra’ infatti abbandonare l’ambiente ovattato che si e’ venuto a creare qui in ospedale, e dovra’ tirarsi su le maniche. Per esempio nelle scuole superiori i ragazzi e le ragazze si devono lavare la biancheria da soli (non come qui che lasciava sempre e solo la sua roba in lavanderia).
Ma cio’ che ci incoraggia e’ che lo ha chiesto lei, e quindi pensiamo che sara’ motivata in questa nuova fase della sua vita.
E’ una scelta importante che dimostra maturita’: Naomi ha capito che non potra’ stare in ospedale per sempre. Ha anche accettato la “mazzata”, confermata pure da uno specialista italiano, che la sua situazione neurologica e’ ormai stabilizzata e non potra’ piu’ migliorare molto. Ha fatto i conti con la realta’, ed inizia a capire che comnque dovra’ lottare da sola per sopravvivere.
Insieme siamo riusciti a superare i suoi sogni puerili, come per esempio quello di diventare infermiera. Le ho detto tante volte: “ma come farai a fare l’infermiera se non stai in piedi!”
Ora questo discorso lo posso affrontare senza vedere i musi lunghi profilarsi sul suo bel faccino: e’ Naomi stessa che incomincia a parlarmi di un “college” per insegnanti.
Io incoraggio questi sentimenti, perche’ una maestra od una professoressa potrebbe usare un girello, o star seduta in carrozzina quando lavora.
Devo ringraziare infinitamente Fr Robert Maina che mi sta aiutando nella delicata fase di ricerca di una scuola superiore a lei adatta.
Non e’ affatto facile: molti istituti hanno barriere architettoniche; altri sono costruiti su terreni collinari e non hanno marciapiedi o asfalto per l’uso della carrozzella; altri ancora semplicemente ti dicono di no perche’ hanno timore ad accogliare una “handicappata”.
La settimana prossima, dopo la chiusura delle scuole, Fr Robert e Naomi andranno per un colloquio preliminare in tre istituti che ci hanno dato speranze.
Se tutto va bene, Naomi dovrebbe iniziare la FORM 3 come “interna” in un nuovo istituto, entro il 6 gennaio.
Purtroppo le scuole in questione sono tutte lontane.
A Meru non abbiamo trovato niente. Ora la scuola piu’ vicina a darci qualche speranza si trova a Chuka.
Faro’ poi sapere ai donatori se questa nuova fase nella vita di Naomi comportera’ qualche aumento di spesa. Insieme a lei ringrazio tutti per il sostegno, ed assicuro la nostra preghiera per loro.

Fr Beppe Gaido

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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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