… E’ il titolo di un libro regalatomi tempo fa e che serve molto dal punto di vista psicologico, soprattutto per evitare il rischio di essere faciloni ed approssimativi.
Il pericolo e’ sempre in agguato in sala operatoria, e ci puo’ affrontare in ogni momento e da varie angolazioni.
“In sala e’ sempre meglio essere prudenti... Solo i bambini non sanno vedere il pericolo!”, mi diceva oggi la strumentista Giuseppina.
A volte e’ l’anestesia a tradirci: magari la spinale “sale troppo”, e la paziente si ipotende e smette di respirare. A volte sono delle ‘reazioni vagali’ impreviste durante la mobilizzazione di organi endoperitoneali, che portano il malato a condizioni estreme.
Puo’ essere una emorragia che non riesci a fermare, od una matassa di inestino che si attaccata cosi’ tanto alla parte che devi rimuovere da causare una perforazione all’atto dello scollamento.
Ma le complicazioni possono avvenire anche dopo tanto tempo, ed essere molto difficili da correggere.
E’ il caso che abbiamo davanti oggi.
Elisa era stata operata di isterectomia nel nostro ospedale in agosto. Tutto sembrava andato benissimo, ma dopo qualche tempo la malata ha iniziato a lamentare perdite di urina per via vaginale.
Abbiamo sperato in una piccola fistola che si sarebbe chiusa da sola, ma anche dopo un mese di catetere uretrale a permanenza, la perdita urinaria per vagina continuava.
Ci siamo decisi a fare indagini piu’ sofisticate pur se costose: l’urografia ha evidenziato una idronefrosi sinistra associata ad idrouretere con possibile ostruzione della porzione distale dell’uretere vicino alla vescica.
Abbiamo sottoposto la malata anche a cistouretrogramma minzionale che e’ risultato suggestivo di fistola vescico-vaginale sulla parete laterale sinistra della vescica.
Quello che e’ probabilmente successo e’ che, scollando l’utero per l’isterectomia totale si sia inavvertitamente aperta la vescica. L’uretere e’ stato evidentemente “preso” nella sutura del peritoneo, causandone la stenosi.
L’intervento di oggi e’ stato molto lungo e complesso, ed ha comportato il reperimento e reimpianto dell’uretere in vescica, insieme alla plastica della fistola.
Sento il dovere di esprimere il mio ringraziamento piu’ sincero a Vincenzo Scala, senza il quale l’operazione sarebbe stata impossibile.
Vincenzo ha dimostrato la sua estrema esperienza e bravura chirurgica, insieme ad una dose non comune di umilta’.
Oggi veramente abbiamo visto in lui il “mago della chirurgia” ed il “gran signore”.
Alla Messa mattutina io e Giuseppina avevamo pregato tanto per questa operazione di cui temevamo l’esito... e, come sempre, Dio non si e’ lasciato vincere in generosita’ e ci ha assistiti con la sua mano potente.
Fr Beppe Gaido
PS: questa sera, con una cena fraterna, abbiamo festeggiato Sr Cecilia nel giorno del suo onomastico.
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