giovedì 30 dicembre 2010

Le vie del Signore sono infinite


Ci sara' qualcuno che non ci credera', o altri che diranno che si tratta di autoincensazione, ma Dio lo sa che quanto sto per raccontarvi e' assolutamente vero.
E siccome si tratta della verita', io mi sento chiamato a lodare il Signore che compie meraviglie attraverso le vie piu' impensate, ed usando gli strumenti piu' inadeguati. Non si tratta di vanagloria, ma di gioia vera per quanto Dio puo' operare nel cuore di una persona, anche attraverso un mezzo telematico come il blog.
Il fatto e' molto semplice (e lo racconto in modo anonimo per il rispetto della privacy, ma con il permesso dell'interessato!): una persona con importanti responsabilita' nella societa' civile da tempo legge il blog assiduamente, e, grazie alle considerazioni spirituali sottese a tutte le nostre storie umane, grazie ai riferimenti spirituali veri e propri, ed in particolare grazie agli accenni sulla spiritualita' del Cottolengo, e' ritornata alla fede.
Mi diceva che non credeva piu' in Dio, e non riusciva piu' ad accettare le solite "prediche".
Ebbene, per Natale questo lettore si e' confessato... cosa che non faceva da quando si era sposato 25 anni fa!
Mi ha detto che vuole ringraziare tutti noi che lavoriamo per il blog, perche' gli abbiamo permesso di riscoprire la fede.
Io accetto questi ringraziamenti anche a nome di Nadia, che lo ha ideato e ne e' la vera anima, di Alex, di Fr Maurizio e di tutti coloro che vi collaborano.
Ma soprattutto ringrazio Dio che "sfiora" il cuore della gente attraverso il nostro blog... e grazie a questo nostro lettore che si e' lasciato "toccare" dall'amore di Dio, attraverso le nostre parole.

Fr Beppe Gaido

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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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