martedì 28 dicembre 2010

Mercy precettata d'autorità

A parte il titolo ad effetto, desideriamo ringraziare di vero cuore la nostra Mercy che ora e’ in grande forma ed e’ felicissima della sua bella bambina.
Le abbiamo chiesto di interromprere il suo congedo di maternita’, che unito alle ferie, sarebbe dovuto continuare fino alla fine di gennaio, in quanto la maratona odontoiatrica organizzata dalla Associazione Volontari Mission Cottolengo, si e’ potuta protrarre solo fino alla partenza del dott Giuseppe Farnese.
Gli alti prezzi dei biglietti in questo periodo natalizio hanno probabilmente contribuito al fatto che non siamo riusciti a coprire i turni di volontariato fino al naturale rientro della nostra “dental technologist”.
Ringraziamo di cuore Mercy per la grande disponibilita’ e collaborazione. Essa finira’ le sue vacanze quando ci sara’ un nuovo volontario odontoiatra.
E’ bello quando il nostro staff e’ aperto e collaborante con il bene della Missione, e ne comprende le problematiche non sempre semplici da gestire.
Chiudere il servizio dentistico sarebbe stato infatti una battuta d’arresto per il nostro ospedale. Invece, tenendo sempre il gabinetto ‘odonto’ in attivita’, siamo sicuri che il tam tam fara’ si’ che i pazienti continuino ad essere sempre molti.
“Thanks a lot, Mercy!”
Cogliamo ora nuovamente l’occasione per ripetere il nostro sentito ringraziamento all’Associazione Volontari Mission Cottolengo, per aver risposto generosamente al nostro SOS, e per aver coperto finora l’assenza di Mercy, con altissimi livelli di professionalita’, diponibilita’ e collaborazione.
Rinnoviamo l’invito a nuovi odontoiatri di unirsi alla Associazione per poterci dare una mano in questo settore in cui abbiamo una sola professionista impiegata, la quale quindi ogni anno, con o senza maternita’, avra’ bisogno delle sue vacanze... e sara’ dunque assente per un certo un periodo.

Fr. Beppe



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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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