giovedì 13 gennaio 2011

Chaaria si ripopola

Accogliamo con gioia il gruppo di Cagliari nella persona di:
- Luciano Cara (chirurgo della mano) e consorte
- Rinaldo Orru’ (chirurgo generale) e consorte
- Alessandra Mattana (chirurgo generale)
- Fenu Nietta (medico internista)
- Francesca ed Antonella, le due mogli presenti nel gruppo, presteranno il loro servizio presso il settore dei Buoni Figli.
Li accogliamo con gioia, ringraziandoli fin da ora per la loro generosita’. Sara’ un periodo molto ricco di chirurghi ed avremo delle sedute assai nutrite, che ci permetteranno di aiutare un numero grandissimo di pazienti.
Siamo anche molto felici di Nietta, perche’ sempre rischiamo di non riuscire a visitare tutti i degenti dei reparti di Medicina... e a volte le loro diagnosi sono cosi’ complesse che si rischia di non riuscire ad aiutarli adeguatamente.
Anche per i Buoni Figli e’ una grande benedizione quando ci sono dei volontari, perche’ anch’essi hanno bisogno di sostegno, di aiuto e soprattutto di affetto.
Si tratta di un gruppo costituito esclusivamente da “recidivi” che gia’ sono stati a Chaaria varie volte... e siamo sicuri fin da ora che si troveranno molto bene con noi, e noi non avremo problemi di relazione con loro.
E’ infatti un gruppo che conosce molto bene il verbo “adattarsi” e lo sa coniugare giorno dopo giorno.

La comunita’ di Chaaria

Nessun commento:


Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


Guarda il video....