martedì 4 gennaio 2011

Saluti da Bartolomeo

Come vedete il tempo passa veloce ed io divento grande.
Qui tutti mi chiamano Barth, perche’ Bartolomeo e’ un po’ lungo... ma so che anche in Italia amate i diminutivi ed i nomignoli “trendy”.
Vi ricordate come ero magro e denutrito? Ebbene, guardatemi ora!
Sto ottimamente, e mi trovo molto bene all’orfanotrofio di Nkabune insieme a tanti altri amici.
Ringrazio di cuore i benefattori che dall’Italia continuano a supportarmi e ad aiutarmi a crescere.
Che Dio li benedica.
Sono anche molto contento di avere l’onore di annunciare io stesso ai lettori del blog ed ai volontari, che il servizio per gli orfani piccolissimi e’ stato oggi riaperto a Chaaria.
E’ stata apprestata una nuova stanza appositamente dedicata a tale servizio.
In tal modo l’ospedale di Chaaria sara’ anche a posto con le direttive del ministero della sanita’, secondo cui la “nursery” per i nati pretermine, deve essere separata dal locale per gli orfani.
Infatti i “nati sotto peso” sono molto deboli e sono esposti a tante infezioni che potrebbero essere loro trasmesse anche dagli orfani stessi o da coloro che li assistono.
So che questa notizia portera’ tanta gioia anche alle volontarie che desiderano occuparsi del settore.

Bartolomeo



Nessun commento:


Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


Guarda il video....