lunedì 31 gennaio 2011

Una lettera scritta con il cuore...

Carissimo Fr. Beppe, ciao.
E’ da tempo che ho letto il tuo bellissimo ed appassionato articolo, molto eloquente e pieno di sofferenza che conosco e comprendo.
Ti avevo scritto ancor prima di Natale, poi una mossa sbagliata sulla tastiera, mi ha cancellato tutto e così riprendo solo ora dopo le feste natalizie ed una bella influenza che ancora un poco trascino con me.
Ho ringraziato il Signore per quanto hai scritto, per il tuo coraggio e per la tua meravigliosa testimonianza di vero Missionario della Carità, coerente con la vita fino a sacrificarla totalmente per Lui nei poveri.
E’ una strada bella ed attraente quella che stai percorrendo; certo alquanto in salita, faticosa e piena di intoppi che creano confusione e rischiano di frenare il cammino, che creano dubbi e sofferenza, timore di sbagliare tutto e tentazione di fare stop.
Lo so! Ricordo di aver letto da ragazzina, un bel libretto intitolato il “Gabbiano” Lo conosci ? Beh! quel Gabbiano che, attirato da un crescente desiderio di salire sempre più in su, mi ha messo dentro una gran voglia di volare che ancora oggi c’è anche se il mio volo ora è apparentemente ad ali chiuse, a bassa quota e sempre sulla medesima piattaforma.
Ma quante ferite quel povero gabbiano prima di raggiungere il suo bel Cielo blu! Incompreso, deriso, calunniato, cacciato via dai suoi perché attratto da un diverso ideale che non era compreso nelle solite formalità del gruppo.
Vero è che le cose belle hanno un loro proporzionato prezzo da pagare ed è giusto. Prezzo che purifica da tutte quelle realtà umane di fragilità e di peccato, che infonde sicurezza e pace vera, che rasserena il cuore e la vita, e rinnova la voglia di andare avanti, con Lui e per Lui nei Poveri. Così lo dice la bella finale della tua lettera: dedizione totale, finche le forze te lo concedono; nel silenzioso abbandono al Signore che ti tiene per mano, che ti vuole così e conosce in profondità il tuo cuore.
Ti sono vicina in quel silenzioso abbandono all’Amore e ti aiuto con la mia povera preghiera perche' tu possa compiere quello che Dio vuole da te fino alla fine.

Pierina

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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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