venerdì 4 febbraio 2011

Antonio in paradiso

Dopo breve malattia (un grave espisodio malarico), Antonio Ngunjiri e’ tornato alla Casa del Padre all’eta’ di 48 anni.
Aveva avuto febbre alta e nausea da domenica scorsa. Lo avevamo dapprima curato con terapia antimalarica orale (infatti il test era positivo), ma la febbre non e’ mai scomparsa del tutto.
Ieri sera alle ore 22 abbiamo chiamato Fr Beppe che era ancora in ospedale. Antonio aveva febbre a 40 ed accusava vomito importante. Il torace era libero e non c’erano segni di irritazione meningea. La “goccia spessa” era ancora positiva, ed il malato e’ stato dunque posto sotto terapia parenterale con un farmaco antimalarico di seconda linea, unito a paracetamolo per abbassare la temperatura, ed a plasil per il vomito.
Non lo abbiamo trasportato in ospedale, ma abbiamo chiesto agli infermieri della notte di seguirlo con attenzione al centro Buoni Figli. Infatti non avevamo un singolo letto libero nel camerone degli uomini.
Antonio ha continuato ad essere febbricitante nonostante la terapia, ed e’ passato a miglior vita alle ore 4 del mattino nel suo letto.
La causa della morte ci pare quindi la malaria.
Ora dovremo cercare i parenti che abbiamo ritrovato di recente: dubitiamo molto che siano interessati a venire per il funerale, considerato il modo in cui hanno abbandonato Antonio per molti anni.
Non sappiamo ancora la data del funerale, ma certamente Antonio sara’ sepolto nel nostro cimitero.
Preghiamo per lui... anzi, visto che lui e’ un angioletto senza peccato, gli chiediamo di pregare per noi.

La comunita’ di Chaaria


Chi era Antonio...

Nome: Antonio Ngunjiri
Data di nascita: 12/07/1962
Tipo di disabilità: gravissima disabilita’ fisica e mentale
Data di accoglienza al centro: 20/01/1974
Rapporti con la famiglia: la famiglia ha abbandonato Antonio e per un lungo periodo non si e’ piu’ interessata di lui. Dopo lunghe ricerche, di recente siamo riusciti a contattare un fratello di Antonio che e’ venuto a visitarlo. La madre e’ molto anziana e malata e le condizioni di poverta’ della famiglia non le permettono di prendersi cura di Antonio.
Cenni biografici: nato da parto gemellare, Antonio ha subito dimostrato una grave disabilita’ mentale e fisica, mentre il fratello e’ normodotato. Il padre ha abbandonato la famiglia, lasciando alla moglie i sei figli avuti dal matrimonio. La madre di Antonio, viste la sua condizione di poverta’, si e’ vista costretta ad affidare il figlio disabile alle cure del Cottolengo di Tuuru, da qui e’ stato trasferito al Cottolengo di Chaaria.
Note particolari: la gravita’ della sua disabilita’ non gli consente di usare i normali canali comunitivi, ma chi lo conosce sa leggere ed interpretare le sue espressioni e i suoi stati d’animo.


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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