sabato 19 febbraio 2011

Attività didattica e formativa

Il giovedi' mattina alle 8 si rinnova da oltre dieci anni l'attesissimo appuntamento della lezione medica per tutto il personale sanitario dell'ospedale.
E' un momento bellissimo e partecipato, in cui nessuno sonnecchia, ma collabora attivamente e costruttivamente.
Alla nostra scuola si uniscono anche molti volontari che colgono questa occasione sia per rivisitare argomenti medici dimenticati, sia per migliorare il proprio Inglese.
E' una grande gioia per me poter mantenere la regolarita' di tale appuntamento. Qualche volta mi e' pesante, soprattutto quando, come questa settimana e' successo, la scuola inizia subito dopo una emergenza notturna. Ma cerco sempre di non saltare alcun appuntamento (a meno che non sia del tutto impossibile essere presente), perche' ci sono persone che vengono a lezione anche quando sono di riposo, o fuori orario (e' il caso di vari infermieri che, dopo docidi ore di lavoro notturno, non vogliono perdere l'occasione per sapere qualcosa di piu')... ed io cerco di non deluderli.
Il mio grazie va nuovamente alla dottoressa Nadia Chiapello che contribuisce in modo determinante alla preparazione del materiale didattico in power point, materiale da me poi parzialmente adattato al contesto, ed offerto ai miei discenti.
Tra due settimane poi presentero' una lezione magistrale sul tetano presso l'ordine dei medici a Meru. Anch'essi infatti hanno iniziato a valorizzare le lezioni da noi preparate con Nadia, in quanto molto aggiornate e scientificamente ineccepibili.
La nostra classe del giovedi' mattina e' inoltre riconosciuta dal collegio degli infermieri del Kenya, ed i nostri infermieri hanno la possibilita' di raccogliere i punti ECM necessari ogni anno, senza spostarsi da nessuna parte e senza costo di spesa.

Fr Beppe Gaido



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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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