venerdì 18 febbraio 2011

Chaaria news: Notizie belle e meno belle

1) I lavori per la nuova sala operatoria continuano alacremente. Si stanno ormai ultimando le fondamenta della costruzione. La prima pietra, posta da Padre Aldo Sarotto, e' ormai ampiamente sepolta, ma noi sappiamo che c'e'... e contiamo sulla benedizione di Dio e della Piccola Casa.
2) Da vari giorni siamo senza elettricita' quasi ininterrottamente, e purtroppo nello stesso momento si e' venuto a creare un grave problema al generatore, che e' andato in blocco e ci ha dato gravissimi problemi nella gestione dell'ospedale (e' incredibile quanto una struttura sanitaria dipenda dall'elettricita'! Se non la puoi avere, davvero l'ospedale e' ridotto in ginocchio e rischia di chiudere in pochissime ore... le macchine non possono funzionare. La sala operatoria chiude. Le lavatrici sono ferme e la biancheria sporca si accumula; manca l'acqua anche solo per lavarsi le mani o per lo sciacquone del gabinetto).
Abbiamo dovuto usare il generatore piccolo con tutti i suoi limiti, e di notte ci siamo affidati ai pannelli solari. Ora da qualche ora il generatore e' tornato a ruggire grazie alla competenza ed al duro lavoro del nostro Silas, ma la corrente elettrica ancora non c'e'. Appena spedisco questo post, vado a spegnerlo e saremo di nuovo al buio di notte.
I problemi legati all'energia elettrica sono davvero molto ansiogeni, soprattutto quando si entra in sala con il solo generatore piccolo attivo... e con la paura che anch'esso ti lasci a piedi. Altra ansia enorme in caso di mancanza contemporanea di elettricita' e generatore per cosi' tante ore, e' legata, come ho gia' acennato, allo spettro di rimanere senz'acqua: infatti noi dipendiamo dalle pompe, e le pompe sono attivati dall'elettricita'.
3) E siccome piove sempre sul bagnato, ieri si e' anche rotto il gastroscopio... per gli ultimi tre giorni e' stato difficilissimo fare endoscopie a causa delle problematiche elettriche, ed ora, anche se l'energia tornasse, non saremmo in grado di continuare con i lavori di endoscopia digestiva perche' la macchina e' in panne.
Ma, come spesso un caro amico mi ricorda, "ad impossibilia nemo tenetur".

Fr Beppe Gaido





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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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