giovedì 3 febbraio 2011

Come un fiume

Sono ritornata a Chaaria per la terza volta, ed ho ritrovato il “mio letto da regina”.
Con Rosalba (la mamma di Fr. Beppe) abbiamo intrapreso questo viaggio che per qualcuno e’ sembrato avventuroso:  due donne gia’ un po’ stagionate… parevano dicessero di noi….
Rosalba e’ stata molto coraggiosa e convinta che si dovesse affrontare e cosi’ siamo partite. Dopo uno scalo al Cairo abbiamo prosegiuto per Nairobi. Alcune ore di volo e poi nel buio piu’ totale sotto di noi sono apparse la luci di una grande citta’, che pareva  addormentata, pronta ad accoglierci; atteriamo nella terra d’Africa   alle ore 3.45 di un sabato mattina.
Joseph, l’autista, caricati  i nostri bagagli sulla  geep, e’ pronto a partire e noi con lui riprendiamo il vaggio per Chaaria.
Arriviamo alle 11,30, subito accolte da Fr. Beppe e da tutta la comunita’ con l’affetto   di sempre. Tutto il personale, ma specialmente i Buoni Figli hanno dimostrato la loro gioia nel vederci.
E poi… e poi…e poi…sole, fiori, frutti, verde della foresta, profumi, hanno riempito i miei occhi di meraviglia e di stupore, come la prima volta.
Mi pare di essere tornata su un grande fiume che scorre nel suo letto, rinnova le sue acque che attraggono irresistibilmente, ed invita ad immergersi.
Le sorgenti si chiamano:  “amore” -  “dedizione” verso i piu’ poveri gli ultimi, nostri  fratelli.
Ed e’ cosi’ che Rosalba  ha subito trovato una piccola preziosa “perla nera”  che ha stretto teneramente tra le braccia e….. coccolato, come solo una mamma sa fare.
E poi….e poi…e poi…ha cercato di parlare con una   signora che portava un grande collare variopinto appartenente alla tribu’ Rendille. Una bellezza! Ho pensato che la fantasia del Signore nel popolare la terra e’ infinita e meravigliosa.
Le loro mani si sono strette, gli occhi si sono incontrati, (due occhi azzurri con due occhi nerissimi), ma con i sorrisi si sono capite.
Culture diverse che uniscono emozioni, sentimenti profondi.
Con Rosalba ci guardiamo per parlare delle grandezze del Signore.
E poi…. E poi…. E poi…  “Asante sana Cottolengo”.
Rosella


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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