martedì 8 febbraio 2011

Fauna Chaariese

Nella foto vedete Tofi, il nostro cagnolino, che per qualcuno e' una bestiolina simpaticissima e per qualcun altro una belva feroce.
La vita e' strana, ma anche a Tofi sta capitando quello che spesso succede a tanti esseri umani. Qualunque cosa tu faccia, c'e' sempre qualcuno a cui non piaci. Lo sapeva gia' il saggio Celentano, quando cantava: " se sei bello, ti tirano le pietre... e se sei brutto, ti tirano le pietre".
Ma per esempio al nostro "Buon Figlio" Morris, Tofi piace proprio tantissimo, ed insieme spendono ore di inseguimenti, urla e risate.
Tofi invece non piace per niente a Nerina (la micetta nera), ed agli altri gatti di Chaaria, che fino a ieri erano i padroni incontrastati del territorio, ed oggi si vedono scalzare via tutto il potere accumultato negli anni precedenti.
Tofi ed i nostri mici sono proprio cani e gatti... e vi assicuro che "sono botte da orbi".
Tofi ha un pensero principale in testa: non lasciar mangiare i gatti... fare in modo che non riescano neppure lontanamente a raggiungere la ciotola del cibo. Ed i poveri micini adesso devono davvero trovarne di topi, se non vogliono morire di fame.
Le loro baruffe inutili, e le battaglie di Tofi, piu' interessato a non far mangiare gli altri, che a nutrirsi lui stesso, mi fanno meditare su tante dinamiche umane vicine e lontane; passate, presenti e probabilmente anche future.
Anche i nostri "pet", nella loro semplicita', ci danno delle lezioni di vita.
Anche loro fanno parte della nostra famiglia, e noi vogliamo loro bene.

Fr Beppe




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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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