Piove veramente fortissimo. Fa un rumore assordante sui tetti di lamiera, quasi come se fosse un mare in burrasca. Sarà per quello che ieri notte ho sognato che stavo per affogare nel Po, non lontano dal ponte del mio paesello. Ora sono quasi le due del mattino, ma con questo chiasso faccio fatica a prendere sonno.
Abbiamo pregato tanto per le piogge, soprattutto pensando a quelle parti del Kenya dove ormai non c’è più da mangiare a causa del fallimento delle due precedenti stagioni... ed ora le precipitazioni sono arrivate.
Tonnellate d’acqua, come una cascata dal cielo da almeno tre notti consecutive. Qui inizia a piovere in modo quasi incomprensibile: quando vai a letto contempli un cielo mozzafiato, trapuntato da miliardi di stelle lucenti. Magari ti perdi ad osservare una luna piena così luminosa da fare ombra. E poi improvvisamente non qualche goccia, ma milioni e milioni di secchi d’acqua da nuvole che sono apparse dal nulla ed hanno imbronciato il cielo in un baleno. A volte, mentre ancora sei immerso nella contemplazione della stella del Sud che gioca con la mezzaluna, e ti fa pensare a qualche bandiera islamica, avverti un suono d’ acqua scrosciante sulle foglie di qualche bananeto lontano. Questo è il momento di metterti a correre, perchè in un attimo quel rumore diventa sempre più vicino, finché ti trovi nel mezzo di un nubifragio. Spesso di giorno stai guidando e la strada è asciutta. Poi davanti a te, in lontananza vedi un muro nero soverchiato da nuvoloni cupi e minacciosi. Ad un certo punto riesci a scorgere precisamente dove il temporale inizia con una netta linea di demarcazione tra il terreno asciutto e quello inzuppato. E quindi entri nella pioggia di colpo, come se per magia avessi oltrepassato un muro di vetro... e quando sei tra le braccia dell’uragano, solo Dio sa quello che ti succederà.
Per i contadini di Chaaria ieri le prime piogge hanno significato la fine di un incubo, e sono state come la messa in pratica della Parola di Dio nei Salmi: “la pioggia ammanta con le sue benedizioni”...
Per chi deve guidare e raggiungere Meru e’ ritornato il tempo degli incubi, delle auto impiantate nel fango, dei viaggi con un inizio e senza una fine precisa.
Nessun commento:
Posta un commento