venerdì 18 marzo 2011

Una cisti del mesentere

Abbiamo ricoverato un paziente di sesso maschile che lamentava disturbi addominali importanti, caratterizzati da dolori a tipo colico, ingravescenti ed accompagnati da disturbi dell’alvo.
Il paziente era al corrente di avere una tumefazione mobile alla palpazione in regione paraombelicale sinistra.
Quando l’ho visitato ho confermato la presenza di una massa di consistenza duro-elastica, ed estremamente mobile soprattutto in senso latero-laterale. La palpazione non causava eccessivo dolore, ed il paziente non presentava peritonismo.
All’ecografia ho notato una formazione tondeggiante, chiaramente cistica, e di diametro di circa 10 cm.
La cisti era collocata in una zona in cui non ho potuto appurare rapporti di contiguita’ con reni, milza o altri organi addominali.
Ho quindi posto diagnosi di cisti della cavita’ addominale di n.d.d.(natura da determinare).
Ringrazio nuovamente il dott Michele Sau che ha deciso di effettuare una laparotomia.
Aprendo l’addome abbiamo confermato la presenza della massa, ed abbiamo fatto diagnosi di cisti del mesentere.
Siamo riusciti ad enucleare la formazione per via smussa, facendo molta attenzione all’emostasi. Abbiamo quindi riperitoneizzato il mesentere ed abbiamo richiuso.
La cisti si trovava a livello ileale a meno di 50 cm della valvola ileo-cecale.
La prognosi per il nostro paziente sara’ sicuramente buona.
Le cisti linfatiche del mesentere sono in se’ abbastanza rare. Sono di diametro variabilissimo (anche fino ai 25-30 cm).
Il contenuto e’ normalmente limpido, o lattescente, o qualche volta brunastro quando complicato da emorragia (nel nostro caso il contenuto era in effetti brunastro, e l’emorragia intracistica potrebbe essere la causa del dolore).
Puo’ essere trovata a qualunque livello del mesentere.
Tra le ipotesi patogenetiche, la piu’ accreditata pare quella della malformazione congenita.
Nella foto potete vedere la cisti prima dell’enucleazione, e poi il mesentere prima della peritoneizzazione.
 
Fr Beppe Gaido


FONTI

- Colombo, Paletto et al, Trattato di Chirurgia. Minerva Medica



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Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

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Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

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Fratel Beppe Gaido


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