giovedì 19 maggio 2011

L'umiltà del servizio quotidiano

Un ringraziamento sincero e sentito a Massimo che si e’ messo generosamente al fianco dei nostri infermieri e li ha coadiuvati costantemente nelle varie incombenze dei nostri reparti sovraffollati. Non ha preteso di “salvare l’Africa” o di “cambiare”  il nostro modo di lavorare... si e’ semplicemente messo a disposizione, e questo e’ secondo me l’atteggiamento piu’ corretto da parte di un volontario.
Grazie a Monica per l’amoroso servizio verso i Buoni Figli e verso i nostri orfanelli. Tutti hanno goduto del servizio materno che Monica ha loro elargito a piene mani.
Ognuno e’ stato un tassello importante nella costruzione di quel mosaico bellissimo e complesso che e’ Chaaria.

Fr Beppe Gaido

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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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