lunedì 6 giugno 2011

Benvenuta Sr. Mary

Ieri durante la Messa in ospedale abbiamo anche accolto ufficialmente a Chaaria una nuova suora, che vedete in primo piano a sinistra della foto scattata durante la cena in suo onore. Si chiama Sr Mary.
E' stata accompagnata dalla Superiora Provinciale Sr Francesca Moiana, con la sua segretaria Sr Fridah.
Abbiamo dapprima pregato per lei, ringraziando il Signore per le forze nuove che vengono donate alla Chiesa che e' in Chaaria.
Poi l'abbiamo accolta nella nostra famiglia con un caloroso momento fraterno durante la cena, condivisa tra i Fratelli, le Suore ed i volontari.
Sr Mary si occupera' a tempo pieno di pastorale nella parrocchia di Chaaria: e' questo un ambito relativamente nuovo in cui la nostra comunita' ha collaborato solo saltuariamente negli anni scorsi, soprattutto attraverso l'impegno di Fr Joseph Muchiri e di Sr Joan. Ma nessuno prima di Sr Mary era stato destinato a questo importante compito a tempo pieno.
Sr Mary mi ha comunque promesso che passera' anche in ospedale, per prendersi cura delle persone piu' gravi, piu' sole e piu' bisognose del conforto dei sacramenti: sara' lei che si incarichera' di informare i sacerdoti della parrocchia in caso di pazienti bisognosi di sacramento degli infermi, di confessione o di battesimo.
Sr Mary sara' la quarta suora della comunita' di Chaaria, insieme a Sr Florence (superiora), Sr Cecilia e Sr Joan.
Benvenuta tra noi, cara sorella.

Fr Beppe a nome di tutti



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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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