giovedì 9 giugno 2011

Incontro dei volontari in Sicilia

Acireale, 3 Giugno 2011

Una settimana fa abbiamo avuto una riunione dei volontari siciliani vecchi e nuovi con la presenza del presidente Lino Marchisio, del vice presidente Giuseppe Farnese e dei fratelli Fiancarlo e Maurizio, che sono stati i benvenuti tra noi e che ci hanno riportato le ultime news dalle loro missioni.
In tale occasione abbiamo compiuto una disamina di quanto svolto fin’ora e una programmazione per i mesi futuri.
Mi piace riportare tre pensieri di tre persone che ci hanno preceduto nell’aiuto agli altri.
Un caro saluto e ricordo per tutti i fratelli e le suore di Chaaria, ma il pensiero più grande va ai pazienti e ai Buoni Figli.
Grazie a tutti,

Dott. Vincenzo Scala



ESSERE VIVO, VIVO E NULL' ALTRO
Essere famoso
non è bello, non è questo che ci eleva in alto.
Fine del creato è dar
tutto di sé, e non lo scalpore, non il successo.
È vergognoso quando
non si è nulla diventare per tutti una leggenda.
Ma bisogna vivere
senza impostura,
vivere così che alla fine ci si attiri l'amore degli
spazi, che si oda l'appello del futuro.
Altri sull'orma viva
percorreranno palmo a palmo il tuo cammino,
e non spetta a te
distinguere la sconfitta dalla vittoria.
E neanche d'un minimo devi
venir meno all'uomo,
ma esser vivo, vivo e null'altro, vivo e
null'altro fino alla
fine.
(Pasternak)


BISOGNA SEMPLICEMENTE ESSERE
Essere senza discorsi superflui, senza fare ricorso o chiedere aiuto al verbo "AVERE".
Essere nell'assoluto dell'indigenza, del non potere, del non sapere.
Essere leggeri quanto una gracile spiga di grano o di riso, o come lo stelo di un tulipano,
una pioggerella sottile, una impalpabile brezza del mattino, essere immensi quanto il cielo.
Essere: è avventurarsi nello spazio in espansione di questo verbo,
il più esigente e il più faticoso di tutti i verbi insieme con il verbo "amare".


ESISTERE OGGI
Esistere oggi significa
essere saggi anche se non estranei ai folli;
significa essere forti ma
non per distruggere i deboli;
significa giocare con i bambini, non come padri,
ma piuttosto come compagni disposti ad imparare i loro giochi.
significa essere semplici ed ingenui con i vecchi e le vecchie, e
sedere con loro all'ombra delle antiche querce,
anche se si incede
ancora al fianco della primavera 
(Kahlil Gibran)





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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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