sabato 11 giugno 2011

Incontro a Roma dei delegati regionali

Mi unisco spiritualmente e con il cuore ai partecipanti all'incontro che oggi si terra' al Cottolengo di Roma. Ringrazio di cuore tutti coloro che hanno deciso di partecipare, anche con sacrifici non da poco, pensando soprattutto a chi viaggia da Torino, Milano, Cagliari o Catania.
Credo molto nella forza del dialogo, ed e' proprio attraverso il dialogo tra le diverse forze delle associazioni che potremo crescere sempre di piu' e far migliorare ancora di piu' il servizio di volontariato a Chaaria, per altro gia' ottimo.
Sappiate che noi di Chaaria siamo sempre disponibile alla collaborazione ed al lavoro di equipe, e volentieri esporremo a voi i nostri problemi e le nostre richieste, sapendo comunque che "l'impossibile gia' lo fate, mentre vi state attrezzando per i miracoli".
Il volontariato degli ultimi mesi e' stato molto fruttuoso, specialmente nell'area chirurgica, e di questo ringrazio le associazioni di Torino e Cagliari, insieme a tutti i volontari che personalmente sono venuti ad aiutarci.
Intravvedo la possibilita' di un coordinamento sempre piu' efficiente delle diverse specializzazioni, che ci permettera' di affinare i nostri interventi a favore della popolazione: per esempio il fatto che io gia' sappia che a Novembre ho un chirurgo della mano, mi aiuta a programmare gli interventi difficoltosi fin da ora. Ma questo e' solo un esempio. Dovremo arrivare a fare programmazioni a lungo temine per dermatologi, chirurghi generali, odontotecnici, oculisti, e via dicendo.
La stessa cosa si potra' sempre di piu' affinare in varie branche della medicina. Che dire poi della continua fuga degli infermieri da Chaaria! Anche in questo i volontari diventano sempre piu' importanti ed anche per gli infermieri una coordinazione sempre piu' accurata ci permettera' di massimizzare l'impatto del nostro lavoro a favore delle popolazioni povere.
Buon lavoro per la riunione e sappiateci presenti.

Fr Beppe Gaido


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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