sabato 16 luglio 2011

Fiori d'arancio

Con grande affetto ed amicizia noi tutti di Chaaria partecipiamo alla gioia immensa di Alex e della sua dolce meta’ nel giorno del loro matrimonio.
Non siamo presenti fisicamente alla cerimonia, ma lo siamo nello spirito, ed aguriamo ai novelli sposi tanta gioia e tanto amore per tutta la loro vita.
Siamo orgogliosi di essere loro amici e con gioia ci prepariamo ad accoglierli a Chaaria, che e’ stata da loro scelta come una delle mete del loro viaggio di nozze.
Sappiamo che hanno anche rinunciato ai regali e che il denaro raccolto in questo modo sara’ per la nostra Missione... che cosa dobbiamo dire! 
Siamo commossi e felici allo stesso tempo, e ci auguriamo di essere sempre all’altezza di un’amicizia e di un affetto cosi’ forti ed inossidabili. Camminiamo con Alex da moltissimi anni... da quando lui, ancora studente in odontoiatria, per la prima volta ha fatto servizio a Chaaria insieme a Loredana ed al dott. Cimma.
Quanta acqua e’ passata sotto i ponti da allora, ma la nostra comunione e’ stabile ed in crescita... e di questo rendiamo grazie  Dio ed ad Alex.
Alex poi si definisce come un virus lento... ha le sue sparizioni, i suoi periodi di letargo; ma poi riappare sempre. Chaaria e’ ormai nel suo DNA, ed il DNA del virus lento Alex e’ iscritto in quello di Chaaria.
Non posso e non voglio dimenticare il fatto che, insieme a Nadia, Alex e’ anche l’angelo custode del blog: pure di questo gli rendiamo grazie!
Felicitazioni vivissime... ed arrivederci a mertedi’ prossimo qui a Chaaria.

Fr Beppe Gaido

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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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