lunedì 25 luglio 2011

La scuola speciale

E’ una attivita’ importante del nostro Centro, e fa parte del nostro sforzo di normalizzazione nei loro confronti.
La scuola li fa sentire come tutti gli altri bambini o giovani adulti: essi hanno infatti le vacanze come tutti gli altri; hanno i compiti in classe e gli esamini.
Inoltre li aiuta a percepire che essi sono importanti per noi, perche’ ci prendiamo cura di loro e dedichiamo loro il nostro tempo, le nostre fatiche e le nostre attenzioni.
Costituisce inoltre un importante riempitivo delle loro giornate che sarebbero altrimenti terribilmente monotone e sempre eguali.
La scuola poi tiene conto dei loro diversi quozienti intellettivi, e li stimola ad usare al massimo quei talenti che la natura ha loro dato... Proprio perche’ sono diversamente abili, ma comunque abili, noi crediamo che con la scuola anch’essi possano migliorare ed acquisire potenzialita’ nuove per la loro personalita’ e per la loro crescita continua.
Intimamente legata all’attivita’ didattica, e’ poi quella di terapia occupazionale con cui tentiamo di stimolare sia la manualita’ che la fantasia dei nostri ragazzi.
 
Fr Beppe Gaido


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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