martedì 26 luglio 2011

Progetto Perle nere


San Giuseppe Benedetto Cottolengo (1786-1842) era solito dire che i disabili mentali, soprattutto i più gravi, erano il tesoro più prezioso, le “perle” della Piccola Casa, l’istituzione caritativa da lui fondata a Torino nel 1828. Ancora oggi, a Chaaria (Meru – Kenya) i religiosi cottolenghini sono certi che i disabili mentali sono le “perle” della loro missione. Perle nere, non solo per il colore della loro pelle, ma soprattutto perchè ancora più preziosi in una terra in cui la disabilità mentale viene emarginata e considerata come maledizione.
 
Il "Progetto Perle nere" nasce dalla collaborazione fra il Cottolengo Mission Centre di Chaaria e l’associazione Volontari Sardi per supportare, non solo economicamente, il Centro per disabili mentali che i cottolenghini gestiscono dal 1984 nella diocesi di Meru. Un progetto che mira a far nascere un gemellaggio fra due realtà – quella kenyota e quella italiana – diverse e lontane, ma allo stesso tempo pronte e capaci di collaborare insieme per un futuro migliore.
Attualmente il nostro Centro ospita 50 disabili di sesso maschile, con disabilità mentali e fisiche di varia natura e serietà. Fratel Beppe è il direttore di tutto il Mission Centre di Chaaria, Fratel Roberto è il responsabile diretto e coordinatore del centro per i disabili, aiutato da Fratel Robert Maina, che svolge il suo servizio come assistente sociale. Due suore cottolenghine sono impegnate al servizio delle nostre perle: Suor Cecilia, che si occupa della lavanderia e del guardaroba, e Suor Joan, che è responsabile delle attività occupazionali. Oltre a loro operano altri 19 operatori laici che assicurano l’assistenza diretta 24 ore al giorno, sette giorni alla settimana, inoltre garantiscono la pulizia degli ambienti e il servizio di lavanderia. Un fisioterapista si occupa giornalmente della fisioterapia di mantenimento, mentre una operatrice gestisce la piccola scuola speciale a cui accedono molti delle nostre perle. Due cuochi assicurano la preparazione dei pasti. San Giuseppe Cottolengo voleva che non si desse solo il pane ai poveri, ma anche e soprattutto Dio. Memori di questi insegnamenti, due volte alla settimana viene celebrata la Santa Messa, mentre altri due giorni vengono organizzati incontri di catechesi speciale. Inoltre, il personale del Cottolengo Mission Hospital garantisce un servizio medico ed infermieristico continuo per tutte le nostre perle.
Augurandoci che questo progetto possa diventare una vera collaborazione, in cui da ambo le parti si contribuisce e allo stesso tempo si riceve, non possiamo fare altro che ringraziarvi come San Giuseppe Cottolengo era solito fare: Deo gratias! Si, perchè siamo convinti che anche questo nuovo progetto nasca dalla Provvidenza Divina e che per questo produrrà abbondanti frutti, ed allora ancora una volta, di cuore: Deo gratias!



 

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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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