domenica 14 agosto 2011

Progetto Perle Nere - Jacob Mutwiri



Nome: Jacob Mutwiri
Data di nascita: 1996 circa
Tipo di disabilità: disabilità mentale medio grave associata a lieve disabilità fisica
Data di accoglienza al centro: 2009
Rapporti con la famiglia: non ha alcun famigliare
Cenni biografici: nel 2002 Jacob e’ stato abbandonato dalla madre al Meru General Hospital. Per anni le assistenti sociali, con l’aiuto della polizia, hanno cercato di rintracciare i genitori o qualche famigliare. Tutte le ricerche sono state inutili. Su interessamento delle stesse assistenti sociali, Jacob e’ stato accolto nel nostro centro.
Note particolari: al momento, Jacob e’ la “mascotte” del nostro centro. Nonostante la sua difficoltà a camminare, non sta mai fermo e lo si può vedere gironzolare per il cortile tutto il giorno. Come ogni bambino, ama giocare e fare qualche dispetto... ed ovviamente, a volte si mette in piccoli guai! Con l’aiuto della fisioterapia, si sta cercando di aiutarlo a migliorare la sua deambulazione e a mantenere le sue autonomie. La sua voce “squillante” la si può sentire per tutto il centro.

Adottato da: Giusta Nieddu


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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