lunedì 1 agosto 2011

Ringraziamo i volontari di Cagliari che son partiti

Con sentimenti di viva riconoscenza abbiamo oggi salutato i volontari di Cagliari.
Ringraziamo di cuore Sandro, Pediatra, che ha seguito i bambini dell'ospedale con dedizione ed amore, e lasciamo a lui la parola: "le difficolta' quotidiane che dobbiamo affrontare diventano quasi inesistenti di fronte ai problemi che riuscite a risolvere. Avete tutta la mia ammirazione".
Ringraziamo la moglie di Sandro, Mariangela, che ha con amore ha servito i Buoni Figli ed ha coccolato gli orfani, ed anche a lei passiamo il microfono: "solo stando qui da voi ho capito quanto sia difficile aiutare una popolazione con una cultura cosi' diversa dalla nostra. Per questo, cio' che siete riusciti a fare e' eccezionale. Grazie di esistere... sono le parole che mi sento di dirvi di cuore".
E poi il nostro grazie va a Stefania, che ha condiviso con Mariangela il servizio presso i Buoni Figli e presso gli orfanelli. Stefania ci lascia questo messaggio: "un ringraziamento di cuore a tutte le persone che lavorano quotidianamente a Chaaria, ai ragazzi del Centro ed ai bimbi, per il calore umano che mi hanno regalato in questi giorni, e per l'affettuosissima accoglienza. Spero di tornare presto".

Buon rientro in Italia, cari volontari,
e che Dio vi benedica e vi ricompensi di tutto quello che avete fatto per i piccoli ed i poveri di Chaaria.

La comunita' 


Nessun commento:


Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


Guarda il video....