giovedì 22 settembre 2011

Tumori gastroenterologici a Chaaria

Con i grafici sotto presentati desidero prima di tutto esprimere il mio sincero ringraziamento per tutte le persone che in questi mesi si sono dedicati al delicato lavoro di informatizzazione dei dati relativi al nostro impegno in ospedale. 
E' un lavoro veramente encomiabile che potra' avere delle ricadute enormi, sia dal punto di vista scientifico, sia da quello di sensibilizzazione verso i problemi di salute della gente, sia anche per una quantificazione delle nostre attivita' e magari per una accurata scelta degli ambiti in cui investire risorse. 
I grafici scelti oggi si riferiscono ad un solo aspetto, e cioe' alla percentuale di tumori del tubo digerente che l'endoscopia ci ha permesso di diagnosticare. Come vedete, siamo nel bel mezzo di una epidemia di tumori dell'esofago, anche se pure quelli dello stomaco vengono diagnosticati in numero davvero elevato. 
Dai grafici di evincono anche altre considerazioni geografiche, come per esempio l'altissima prevalenza di tumori dell'esofago nel Nord del Paese ed il numero elevato di tumori dello stomaco nel Meru. 

Fr Beppe 




 

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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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