venerdì 28 ottobre 2011

Progetto perle nere - George Mutuma


Nome: George Mutuma

Data di nascita: 05/12/1978

Tipo di disabilità: medio-grave disabilità mentale

Data di accoglienza al centro: 21/04/1994

Rapporti con la famiglia: la madre lo ha abbandonato alla data del ricovero, dopo la sua morte non abbiamo più nessun riferimento dei famigliari.

Cenni biografici: di George si sa poco nulla. Nato disabile, la madre lo aveva affidato alle cure della nonna per potersi risposare. Del padre non si hanno notizie, molto probabilmente ha abbandonato la madre prima della nascita di George. Dopo la morte della madre, avvenuta nel 2001, non si hanno più contatti con nessun famigliare.

Note particolari: George, pur non essendo capace di parlare, ha una buona capacità di stringere relazioni affettive significative sia con gli operatori che con gli altri ospiti. Attento a tutto quello che succede al centro, si rende utile in tanti piccoli ma preziosi servizi: dall’accompagnare chi e’ in carrozzina al segnalare ciò che manca nella dispensa. Sempre sorridente, è capace di infondere serenità e gioia a chi lo incontra.

Adottato da: Confraternita Madonna del Rosario


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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