mercoledì 2 novembre 2011

Progetto "Fai volare un cuore" - For a smile Onlus


COMUNICATO STAMPA
«FAI VOLARE UN CUORE»
E’ in fase di realizzazione il nuovo progetto «FAI VOLARE UN CUORE» in collaborazione con l’Ospedale Missionario del Cottolengo nel villaggio di Chaaria nella regione del Meru in Kenya.
Il progetto si rivolge ai bambini (minori dai 0 ai 17 anni) con problemi cardiaci che necessitano di cure ed interventi urgenti e costosi.
Non disponendo né di un équipe medica né di un reparto specializzato, i medici della Missione hanno organizzato una staffetta aerea per un ospedale di Kartoum in Sudan che ha la possibilità di ricoverare e operare i  bambini gratuitamente in un reparto cardiochirurgico.
Il costo medio di un’operazione cardiochirurgica in Kenya è intorno ai 35.000€, una spesa troppo ingente per la maggior parte della popolazione keniota. Il progetto quindi riguarderebbe così unicamente le spese legate per i viaggi aerei di Andata e Ritorno per il piccolo paziente e un accompagnatore in Sudan.
Dopo l’operazione ritorneranno in Kenya al Mission Center dove saranno costantemente seguiti e monitorati dal laboratorio che ha le apparecchiature necessarie per valutare la coagulazione del sangue e dosare così costantemente gli anticoagulanti, fondamentali per il post operatorio.
Il progetto è diretto dal nostro ambasciatore il Dott. Giorgio Carbone, Primario del Pronto Soccorso dell’Ospedale Gradenigo di Torino.
Siamo pronti a «decollare» … per far «volare un cuore»!

Ufficio Stampa
For a Smile Onlus                                                                                                            
Chiara Ferrari                                                                                                  info@forasmile.org                                                                                                     
Tel./Fax + 39 011.814.10.81


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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