martedì 29 novembre 2011

La nostra solidarietà per Kiremba (Burundi)

L'ospedale missionario di Kiremba in Burundi e' una stupenda struttura sostenuta dalla diocesi di Brescia e dalla associazione ASCOM. E' molto piu' bello ed organizzato di Chaaria, e serve una popolazione poverissima. 
A Kiremba ci vanno specializzandi da varie parti d'Italia. Laggiu' conosco molta gente ed in questi anni di Africa ho avuto la possibilita' di visitare l'ospedale in una occasione. Da quella volta sono rimasto in contatto con molti operatori di Kiremba, e ci siamo scambiati informazioni ed aiuti per il servizio dei malati poveri. 
Ma ieri ignoti hanno attaccato Kiremba. Hanno ucciso Francesco (il responsabile ASCOM) e Suor Lucrezia, mentre han ferito Suor Carla. 
Ora l'esercito sta portando tutti i bianchi a Bujumbura. Le specializzande che da tempo fanno dei turni di servizio a Kiremba stanno bene, ma piangono ininterrottamente. Il mio amico chirurgo Pharaon va a Bujumbura con Suor Carla, che ha operato stanotte. 
Ieri sera 4 persone con le divise dell'ospedale hanno raggiunto la comunita' delle suore bianche, fatto saltare la luce e detto a suor Carla di chiamare Francesco per metterla a posto. 
Lui è arrivato scortato come sempre da Adelard. I tizi allora hanno detto "Adelard, è meglio se te ne vai, non sono affari tuoi... li vogliamo ammazzare". Poi hanno sparato in casa a suor Lucrezia, che è morta sul colpo. Hanno puntato il fucile e obbligato Francesco a mettersi alla guida della macchina, mentre suor Antonietta strillava di prendere lei al posto di Francesco... e loro hanno risposto: "noi vogliamo l'uomo bianco e la madre superiora".
Sono partiti sulla strada per Marangara con Francesco e Sr Carla. A un certo punto si son fermati, han ucciso Francesco massacrandolo con colpi di fucile, e han ferito sr Carla. Sono rimontati in macchina e sono fuggiti. 
Conoscevo Francesco, sua moglie Lucilla, Sr Lucrezia e Sr Carla. Conosco almeno una dottoressa italiana la' presente ed ora sotto shock. Sono turbato e senza parola. 
E' una notizia che mi contorce le budella, in quanto ho visto con i miei occhi il lavoro portato avanti da Francesco, dalle suore e da tutti. 
Non mi rimane che pregare e chiedere a voi una preghiera per questo ospedale amico e per le persone defunte o ferite. 

Fr Beppe 

Ps. Sono in continuo contatto email con il Burundi e pare che la polizia sia arrivata gia' ad una conclusione: sono due studenti che presi dal panico hanno sparato. Volevano rubare 4000 Euro. Grazie di tutto. Lo so che la notizia e' sui giornali italiani, ma io la scrivo non come notizia, ma come atto di solidarieta' con Kiremba e come fatto che mi ha fatto soffrire e per cui chiedo ai lettori una preghiera. 
Ciao Beppe.


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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