domenica 20 novembre 2011

La piccola Mercy



E’ una bambina di 12 anni che fu una delle prime pazienti ricoverate presso il nostro dispensario, quando all’inizio avevamo iniziato ad imbarcarci in terapie piu’ impegnative.
Dapprima la curammo vari mesi per rachitismo. Le applicammo anche dei tutori per impedire che le gambe diventassero troppo storte quando la bimba avrebbe iniziato a camminare. Era minuta e gracile, ma cresceva pian piano.
Poi, quando ebbe circa un anno di eta’, fu attaccata da malaria cerebrale: ci fu portata in stato di male epilettico (aveva cioe’ convulsioni continue ed era incosciente). La situazione duro’ per circa 24 ore, nonostante i nostri tentativi di fermare le crisi. Pensavamo che Mercy sarebbe morta, ma pian piano si riprese, anche se, con nostro dolore, ci rendemmo conto che era diventata emiplegica con paralisi della parte sinistra del corpo. Per fortuna la parola non era stata coinvolta dalle sequele della malaria. All’inizio era completamente incontinenente ed ignorava del tutto la parte paralizzata: sembrava addirittura non usare l’occhio sinistro e doveva girare la faccia per guardare da quella parte.
Da allora e’ stata nostra paziente in fisioterapia, ed in effetti ha fatto dei passi da gigante; purtroppo e’ ancora paralizzata, anche se ha imparato a camminare abbastanza bene… e continuano delle crisi comiziali ricorrenti, nonostante le medicine (assume acido valproico).
Ha dovuto cambiare varie scuole, perche’ a volte gli insegnanti non erano sensibili ai suoi problemi: poteva capitare che Mercy si facesse la pipi’ addosso, a causa delle difficolta’ deambulatorie e del conseguente ritardo nel raggiungere il bagno. Per questo veniva punita, ed indicata allo scherno dei compagni. Spesso veniva obbligata a pulire da sola la propria urina sul pavimento con l’unica mano buona… queste tensioni le causavano sovente nuove crisi epilettiche.
Ora ha trovato una scuola pubblica in cui e’ accolta molto bene, e dove non le causano problemi.
La vedo mensilmente, e la mamma mi spiega come sono andate le crisi. Al momento la situazione sembra sotto controllo.

Fr Beppe Gaido

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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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