Durante lo “stage” della
dottoressa Marina Gardu, quest’anno non sono riuscito a dedicarmi tantissimo
alla endoscopia digestiva, soprattutto a motivo del fatto che volevo apprendere
qualcosa di chirurgia ortopedica da Luciano.
Sono comunque stato
insieme a Marina tutte le volte che ho potuto, mentre “Mama Sharon” e’ stata
con lei sempre, ed ha memorizzato le nuove tecniche di pulizia degli strumenti
da lei proposte.
I pazienti per le
endoscopie sono stati forse un po’ meno che nella normale attivita’ di Chaaria,
soprattutto a causa della stagione delle piogge, e quindi della
impraticabilita’ delle strade. Da tener presente e’ anche il fatto che, in una
economia di sussistenza come la nostra, l’attivita’ agricola prende normalmente
il sopravvento durante le piogge, cosicche’ i problemi di salute vengono spesso
posticipati a dopo il raccolto.
Nel periodo tra il 7 ed
il 17 novembre sono comunque state eseguite 41 endoscopie digestive, di cui 2
colonscopie e 39 gastroscopie.
Le due colonscopie sono
state particolarmente indaginose a motivo del dolicocolon che normalmente
caratterizza la nostra popolazione. Entrambe sono comunque risultate negative.
Tra le gastroscopie
queste sono state le patologie riscontrate su un campione corrispondente a circa
10 giorni di attivita’, considerando il week end interposto:
- Gastroscopie negative 4
- Carcinomi dell’esofago 6
- Carcinoma della giunzione esofago-gastrica 1
- Carcinoma dello stomaco 3
- Carcinoma duodenale 1
- Varici esofagee e gastropatia congestizia 2
- Ulcere gastriche 6
- Ulcere duodenali 5
- Esofagiti da reflusso 8
- Ernia jatale 1
- Gastriti 9
Il dato che il totale
delle diagnosi sia superiore al numero delle gastroscopie e’ spiegato dal fatto
che in vari pazienti abbiamo diagnosticato piu’ di una patologia.
Come si evince dai dati
proposti, le patologie del tratto intestinale alto (upper GIT) hanno una
prevalenza elevata nella nostra popolazione (solo 4 gastroscopie erano
negative).
La patologia tumorale poi
e’ veramente importante in quanto costituisce circa il 25% delle nostre
diagnosi ed e’ percentualmente sovrapponibile alla patologia peptica ulcerosa (il
totale delle ulcere gastriche e duodenali e’ di 11).
Tali dati hanno una
grande importanza epidemiologica, ed in questo siamo impegnati ad allertare e
sollecitare le autorita’ sanitarie a fare di piu’ per comprendere la ragione di
questa epidemia tumorale.
Per noi diventano stimolo
anche in altre due direzioni:
1)
Per il tumore
dello stomaco, sempre piu’ pazienti chiederebbero a noi la chirurgia, perche’
non se la possono permettere altrove. E’ vero che questo potrebbe non essere
risolutivo, in quanto ancora non saremmo in grado di fare chemio dopo
l’intervento, ma potrebbe avere un grande impatto sulla qualita’ di vita,
soprattutto di chi e’ affetto da ultera prepilorica ed ostruzione dell’antro
gastrico. Tale situazione implica avere volontari chirurghi che si sentano di
fare gastrectomie parziali o totali a Chaaria.
2)
Per il tumore
dell’esofago si potrebbe pensare ad una campagna di screening endoscopico su fasce
particolari di eta’, sesso e gruppo etnico, al fine di diagnosticare il tumore
in fase meno avanzata e magari proporre il posizionamento di “stent” esofagei,
se mai trovassimo uno “sponsor” che ci volesse aiutare in questa terapia
palliativa, tanto costosa quanto importante per migliorare la qualita’ di vita
di pazienti comunque destinati a perire. Il fatto e’ che la chirurgia e’
devastante anche per i pochi che hanno le risorse finanziarie per permettersela
a Nairobi...ma la prognosi “quoad vitam” non migliora affatto dopo
l’intervento, mentre la qualita’ del vivere peggiora sensibilmente. Per quelli
non operati per motivi economici, le possibilita’ sono due: o morire di fame
nella totale incapacita di deglutire, o sottoporsi all’intervento palliativo di
gastrostomia, dopo il quale il paziente viene nutrito con un tubo posizionato direttamente
nello stomaco. Tale operazione che a Chaaria facciamo da tempo, sicuramente
permette sopravvivenze piu’ prolungate ed elimina la sensazione angosciante
della fame, ma non toglie il problema della scialorrea, in quanto in fasi
avanzate neppure la saliva puo’ essere deglutita.
Vedremo cosa il Signore
ha in serbo per noi in questo campo. Per adesso continuiamo a fare esami ed a raccogliere
dati, che speriamo possano servire a sollecitare interventi massivi di
prevenzione sulla popolazione generale del Kenya,
Fr Beppe Gaido
Nessun commento:
Posta un commento