martedì 27 dicembre 2011

Una nuova epidemia: i boda-boda


La decisione del governo negli ultimi due anni di eliminare la tassa d’importazione sui motocicli di cilindata inferiore ai 250cc, ha portato ad un ‘boom’ di motociclette sulle nostre strade.
Da una stima di 35.000 motocicli prima della legge agli attuali 400.000, e’ avvenuta una vera esplosione che ha anche offerto nuove possibilita’ di piccolo lavoro in proprio (i cosiddetti boda-boda, o mototaxi), ed ha reso gli spostamenti piu’ facili per molti Kenyoti. Si tratta per lo piu’ di moto cinesi di cilindrata compresa tra 125 e 150 cc.
Ma questa rivoluzione nel campo dei trasporti e nel settore dell’occupazione, non e’ venuta senza “effetti collaterali”.
Infatti negli ultimi due anni si e’ registrato anche un aumento dei 400% degli incidenti della strada: il fatto e’ che molti motociclisti non hanno la patente, e non hanno neppure i soldi per frequentare la scuola guida. Spesso la motocicletta e’ acquistata da una persona che ha un posto di lavoro (per esempio un nostro infermiere), il quale poi impiega un giovanissimo a guidare la moto ed a portare avanti il business del mototaxi.
Tantissime volte i taxisti sono cosi’ inesperti ed imprudenti che viaggiano a velocita’ incredibili anche su terreno accidentato, sassoso o sabbioso, con conseguenze che potete immaginare. C’e’ poi il problema del trasporto di piu’ di un passeggero: ho visto mototaxi trasportare anche 5 persone, con il conducente seduto sul serbatoio, immediatamente dietro il manubrio. Cio’ certamente contribuisce al numero di incidenti anche gravi. Ci e’ capitato per due volte negli ultimi tempi che una mamma sia partita da Mukothima con il neonato malato, e poi, a causa del fatto che sulla moto ci si doveva stringere sempre di piu’ per far posto ad altri passeggeri, i bimbi sono giunti a Chaaria ormai morti per soffocamento.
Nessuno o quasi poi usa il casco!
Gli incidenti motociclistici coinvolgono pure passanti che a volte non fanno in tempo a scansarsi prima dell’arrivo di questi centauri senza scrupoli.
Per noi l’avvento dei boda-boda ha quindi anche significato un aumento dei casi di traumatologia, che a volte sono cosi’ complessi (traumi cranici, fratture multiple ed esposte) che non possiamo comunque gestire a Chaaria.
Speriamo vivamente che il settore venga un po’ regolamentato, al fine di ridurre l’epidemia di morti della strada che al momento sembra fuori controllo.

Fr Beppe

Fonti:
BBC WORLD SERVICE RADIO


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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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