martedì 31 gennaio 2012

Grazie Max

Dopo un mese di ottimo servizio nella nostra Missione di Chaaria, oggi ci ha lasciati il dott Max Albano che per quattro settimane ha lavorato a ritmo super-pieno sia di giorno che di notte, mettendosi a disposizione non solo per la chirurgia generale, ma anche per l'ostetricia e ginecologia. 
Ringraziamo Max che e' ormai per noi una presenza storica e fedele: ogni volta che torna sentiamo di accogliere un amico, oltre che un validissimo collaboratore. 
Max e' una persona importantissima anche per le attivita' associative, in quanto e' lui il coordinatore per i medici che intendono fare del volontariato a Chaaria. 
Max e' quindi con noi in Kenya un mese all'anno, ma lavora per noi dodici mesi. Oggi lo abbiamo salutato con una grande nostalgia e con un piccolo senso di vuoto, come quando una parte importante della nostra famiglia ci lascia per un po'... almeno fisicamente. 
Speriamo di rivederci presto, caro Max, e grazie di tutto quello che hai fatto per noi e soprattutto per i malati. 
Ci sono tanti altri motivi personali per cui devo ringraziarti, come amico, come mentore, e come consigliere di sapienza spicciola e vissuta... Ma il Signore lo sa e lo suggerira' al tuo cuore. 
Lui sapra' sempre come ripagarti, e so che lo fa a piene mani. 
Grazie anche per il grande amore sempre dimostrato verso i piccoli orfanelli. 

Fr Beppe Gaido 

 

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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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