martedì 28 febbraio 2012

Benedicta Kairuthi

Pensavamo che si fosse persa per sempre… ed invece oggi e’ ricomparsa.
Benedicta aveva un grosso tumore dell’osso mascellare destro. Era stata visitata nel nostro studio dentistico dal Dr Ninni Ortu di Cagliari che si era molto impietosito della sua situazione.
Ci aveva quindi dato i soldi per poterle permettere un intervento di chirurgia maxillo-faciale presso l’Universita’ di Nairobi.
Benedicta era andata prima a delle visite preliminari; poi ci aveva chiesto dei soldi per l’acquisto di retine necessarie all’operazione. Noi glieli avevamo naturalmente dati, ma poi lei era scomparsa, dandoci la sensazione che si fosse involata con il nostro denaro senza mai andare in ospedale, forse per mancanza di chiara comprensione della gravita’ della sua malattia.
Invece lei era rimasta da parenti vicini a Nairobi in attesa del posto di ricovero, e quando e’ stato possibile, e’ entrata in chirurgia maxillo-faciale.
Devo dire che a Nairobi hanno fatto un intervento veramente rimarchevole: infatti le hanno tolto copletamente l’osso mascellare ed hanno ricoperto e ricostruito la parte con lembi cutanei.
Ora Benedicta aspetta l’esito della biopsia che potra’ chiarire meglio quale sara’ il suo futuro: chemio, radio o semplicemente chirurgia ricostruttiva.
Ci ha promesso di non sparire nuovamente e di farci sapere cosa le succedera’.
A nome di Benedicta e della sua famiglia un sincero ringraziamento al dr Ninni Ortu.

Fr Beppe Gaido

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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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