lunedì 7 maggio 2012

Buon Compleanno, caro Fratello


Oggi, come grande famiglia del blog, ci vogliamo stringere attorno a Fratel Giancarlo per dirgli:
“Buon Compleanno!”

Lo ringraziamo di cuore per la fraternita’, per l’amicizia e per la disponibilita’ verso tutti.
Personalmente sento di dirgli grazie per il continuo sostegno che ricevo nella gestione dell’ospedale e della missione in generale. Il suo impegno e la sua competenza come amministratore ci hanno permesso di mettere a posto rapidamente le finanze di Chaaria… tant’e’ che ora, lungi dall’avere ditte e fornitori che ci rincorrono per mancati pagamenti, riusciamo addirittura ad avere dei “bonus”degli sconti, a motivo dell’estrema precocita’ dei nostri 0pagamenti. 
Con lui abbiamo anche attivato un sistema di appalti che continuamente ci permette di cercare dove poter acquistare i necessari appovvigionamenti al piu’ basso prezzo. Con lui gli introiti di Chaaria attraverso l’NHIF (cioe’ il sistema sanitario nazionale, per coloro che ne possono usufruire), sono piu’ che raddoppiati.
Inoltre Giancarlo si fa in quattro per la manutenzione e per la “shamba”: anche riguardo a quest’ultimo punto, ringrazio il confratello per la gestione oculata e direi scientifica del settore agricolo, che ora non e’ piu’ in perdita come in passato, ma addirittura riesce a produrre qualche introito per la missione, oltre che assicurare gran parte del cibo per noi e per i pazienti.
Caro Fr Giancarlo, preghiamo per te: che Dio ti benedica e ti conceda quanto il tuo cuore piu’ desidera. Ti auguriamo di essere felice e realizzato nel servizio del Signore, che riconosci nei poveri e negli ammalati.
A questi nostri auguri si uniscono i Buoni Figli che tanto ami, e soprattutto Kimani, il tuo amico del cuore.
Fr Beppe Gaido e confratelli 

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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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