giovedì 10 maggio 2012

Chaaria si è svuotata


Oggi sono partite Valentina di Urbino, Irene e Rossana di Cagliari.
Rossana, che avrebbe dovuto stare per un trimestre, anticipa la partenza di quasi un mese a motivo di un corso di specializzazione in cui e’ stata selezionata in Italia. Valentina ed Irene invece terminano le loro due settimane di volontariato.
Ringrazio di cuore Valentina (specializzanda in Chirurgia Generale presso l’Universita’ di Torino) per il valido supporto e per i preziosi consigli datimi in sala operatoria; la ringrazio anche per gli interventi che ha fatto da sola permettendomi di dedicarmi ad altri pazienti.
Grazie a Irene (internista di Cagliari) che si e’ presa cura del reparto uomini con competenza ed entusiasmo.
Grazie a Rossana (O.S.S. di Cagliari) che ha lavorato pazientemente al fianco delle nostre infermiere nei servizi di nursing piu’ umili.
A tutte auguriamo ogni bene nella speranza di rivederle presto a Chaaria.
Per situazioni tecniche quasi inspiegabili la foto che abbiamo fatto prima della partenza stamattina e’ tutta nera. Chiediamo quindi scusa a Valentina e Irene, ed inseriamo la foto di Rossana che gia’ avevamo in precedenza.
Chiedo a Valentina ed Irene di mandarci loro una foto che vorrebbero apparisse sul blog. 

Fr. Beppe

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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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