lunedì 28 maggio 2012

John Njeru

Da alcuni mesi il nostro Njeru e’ ricoverato presso il centro di riabilitazione ortopedica di Naromoru (Nyeri), gestito da una congregazione internazionale di suore e ben conosciuto dal nostro Bro Robert Maina che la’ ha fatto il suo tirocinio per la scuola di assistente sociale.
Njeru e’ stato operato da un team di ortopedici italiani che si recano a Naromoru alcune volte all’anno. E’ poi stato ingessato per un paio di mesi, ed ora sta facendo fisioterapia presso lo stesso centro. Il tempo di permanenza previsto nella nuova struttura e’ di circa un anno. 
I chirurghi che lo hanno operato torneranno in Kenya a settembre e decideranno se sara’ necessaria una seconda operazione. 
Come vedete dalle foto, al momento John Njeru e’ in grado di camminare con girello ed ha dei caliper, oltre che calzature speciali. Ma i suoi piedi sono stati davvero raddrizzati, e lui cammina in una buona postura eretta. 
Njeru e’ motivato a continuare il percorso terapeutico intrapreso, e noi di cuore ringraziamo Bro Robert Maina che ci ha segnalato questa possibilita’ di promozione della salute per i nostri ragazzi handicappati, e segue Njeru con visite frequenti e con un contatto continuo con i suoi fisioterapisti. 
Un’altra cosa che potete notare dalle foto e’ come Njeru abbia perso le sue fattezze infantili e sia ora un ometto. 

Fr Beppe Gaido 



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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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