domenica 10 giugno 2012

Ciao, sono Naomi


Voglio ringraziare di cuore i miei benefattori che mi sostengono economicamente e mi permettono di andare avanti nella vita.
Prima di tutto voglio ringraziarli per aver finora pagato le mie tasse scolastiche. Sono alla volata finale delle mie scuole superiori, e mi sto gia’ preparando agli esami che saranno in novembre.
E’ un periodo molto duro per lo studio; spesso si va a scuola per ripetizioni anche alla domenica.
Poi ci sono le prove di esame che spesso sono veramente molto difficili... ma ho fiducia che, con l’aiuto del Signore e con le vostre preghiere, io potro’ uscire con un buon voto che mi permetta di andare avanti con i miei studi.
Anche a questo riguardo avro’ ancora tanto bisogno del vostro sostegno e del vostro aiuto economico.
L’altro grosso problema davanti a me e’ il seguente: che cosa faro’ dopo le superiori?
Se ascoltassi il mio desiderio interiore, io vorrei tanto diventare un dottore, oppure un’infermiera... ma mi rendo anche conto che Fr Beppe ha ragione a dire che non devo fantasticare; che devo guardare con realismo alla mia situazione, nella certezza che non potro’ essere ne’ l’uno ne’ l’altra.
Io non riesco a stare in piedi, e quindi come potrei lavorare in sala operatoria o portare avanti un reparto!
Con questa dura realta’ ormai ho fatto pace e cerco di farmene una ragione.
A volte pero’ vorrei comunque pensarmi ancora in un ambito ospedaliero, ed e’ per questo che non mi tolgo dalla testa che almeno potrei studiare da laboratorista. Non lo so: chissa’ se ci sara’ mai un ospedale che mi vorra’ assumere nella mia condizione!
Fr Beppe dice che non mi devo considerare una ricoverata a vita, e che devo quindi pensare ad una carriera che mi permetta un giorno di vivere fuori... e magari anche di trovare un’anima gemella che sappia volermi bene cosi’ come sono. Lui pensa ad un “college” per diventare insegnante, oppure ad una scuola di segretaria o di ragioneria... e’ quindi orientato ad un lavoro di ufficio.
Lo so che lui ha ragione, ma devo dire che queste scuole a me non piacciono moltissimo. Il vantaggio, secondo Beppe, e’ che le scuole che lui propone sono a Meru, mentre per il laboratorio analisi bisogna andare a Nairobi.
Certo, nelle mie condizioni di salute, essere a Nairobi potrebbe essere un problema, oltre che significare che saro’ molto piu’ sola, in quanto da Chaaria non potranno venirmi a vedere.
E chiaro comunque che, in ogni caso, dovro’ imparare ad essere piu’ indipendente, in quanto si trattera’ comunque di una scuola convitto: dovro’ dormire in un dormitorio con le altre ragazze e dovro’ lavarmi la roba... dovro farmi delle amiche che mi aiutino un po’ per le mie necessita’ fisiologiche.
Ed inoltre la scelta potra’ essere molto condizionata pure dalle barriere architettoniche all’interno della scuola stessa: sicuramente non potro’ frequentare un “college” con molte scale; e senza ascensore!
Pregate per me in questo momento di scelta per la mia vita!
Da ultimo voglio ringraziare i donatori anche per le spese ospedaliere, che non sono poche, perche’ ogni giorno ancora frequento un programma di fisioterapia.
Che Dio vi benedica! Pensatemi serena e solare come sempre, anche se molto presa con gli studi.

Naomi Wanja

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Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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