Ieri mattina abbiamo assistito una ragazza “machetata” dal fratello per una questione di eredita’: la panga e’ scesa violentemente sul suo braccio sinistro, ha tranciato arteria e nervo ulnare, muscoli e tendini, per poi fratturare l’ulna. E’ stato un lavoro lungo, subito dopo la messa domenicale: dapprima abbiamo fermato l’emorragia arteriosa, e poi, con pazienza certosina abbiamo cercato i tendini che nel frattempo si erano retratti parecchio in alto. Anche la frattuta era piuttosto scomposta e con pazienza abbiamo tirato e ridotto, apponendo infine i due capi ossei l’uno sull’altro. Abbiamo ingessato la malcapitata, che comunque ora riesce a muovere tutte le dita.lunedì 23 luglio 2012
Homo homini lupus
Ieri mattina abbiamo assistito una ragazza “machetata” dal fratello per una questione di eredita’: la panga e’ scesa violentemente sul suo braccio sinistro, ha tranciato arteria e nervo ulnare, muscoli e tendini, per poi fratturare l’ulna. E’ stato un lavoro lungo, subito dopo la messa domenicale: dapprima abbiamo fermato l’emorragia arteriosa, e poi, con pazienza certosina abbiamo cercato i tendini che nel frattempo si erano retratti parecchio in alto. Anche la frattuta era piuttosto scomposta e con pazienza abbiamo tirato e ridotto, apponendo infine i due capi ossei l’uno sull’altro. Abbiamo ingessato la malcapitata, che comunque ora riesce a muovere tutte le dita.Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.
Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.
Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.
Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.
Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.
E poi, andare dove?
Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.
Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.
Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.
Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.
Questo è quello che facciamo, ogni giorno.
Fratel Beppe Gaido
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