giovedì 5 luglio 2012

Lettera da Franco Guidobaldi

Sono sul aereo che mi sta riportando a casa...non sono passate che tre ore dalla partenza...e guardando il calendario del mio portatile mi sono messo a cercare giugno 2013...quando ripartirò x Chaaria... e la nostalgia prende il sopravvento.... comincio a pensare a che cosa troverò l'anno prossimo... 
Il nuovo blocco operatorio,il continuo miglioramento dei reparti medicina chirurgia ostetricia pediatria...e chissà che cosa riusciranno a pensare i Fratelli.... e quel diavolo... ops ... Angelo di Beppe... 
In un anno nello stesso reparto in cui ho prestato servizio (medicina) ho potuto osservare tante piccole migliorie sia nella gestione dei malati da parte dei medici che la stessa parte infermieristica.... tutti con l'unico ideale aiutare i più deboli ed i più bisognosi di cure oltre che di affetto....la cosa più bella e osservare non le cose che si fanno ... ma gli occhi delle persone che guardano...e vedere gli occhi dei pazienti che vengono nell ospedale fa capire che gli sforzi le notti insonni...hanno un loro riscontro.... 
Grazie ancora di avermi dato la possibilità di essere in mezzo a voi....e un anno vola... 
Un abbraccio Fraterno 

Franco

Inviato da iPad

2 commenti:

Valentina ha detto...

Vi volevo ringraziare perchè avete migliorato mio zio in tutti i sensi.
Tutte queste cose che fate per i bambini e per le persone dell'ospedale di Chaaria sono a dir poco fantastiche!
Fra un po' di anni verrò anche io molto volentieri ad aiutarvi!!
Grazie di cuore
Un bacione

Anonimo ha detto...

Io sono una volontaria al Cottolengo centre di Langata e ho conosciuto Franco durante la mia visita a Chaaria, sono arrivata lì con lui che durante la sua prima giornata mi ha gentilmente fatto conoscere tutto quello che comprende il microcosmo Chaaria...io l'ho affettuosamente definito per quel giorno il mio "tutor"...devo dirgli grazie prima perchè come medico, senza nessun pregiudizio mi ha fatto capire che in una realtà come quella l'ospedale di Chaaria rappresenta una grande opportunità per le persone di curarsi, e poi perchè come uomo,attraverso il suo sguardo pieno d'amore verso tutte le persone che s'impegnano dentro quella struttura mi ha aiutata a sentirmi parte di una famiglia.Pamela


Chaaria è un sogno da realizzare giorno per giorno.

Un luogo in cui vorrei che tutti i poveri e gli ammalati venissero accolti e curati.

Vorrei poter fare di più per questa gente, che non ha nulla e soffre per malattie facilmente curabili, se solo ci fossero i mezzi.

Vorrei smetterla di dire “vai altrove, perché non possiamo curarti”.

Anche perché andare altrove, qui, vuol dire aggiungere altra fatica, altro sudore, altro dolore, per uomini, donne e bambini che hanno già camminato per giorni interi.

E poi, andare dove?

Gli ospedali pubblici hanno poche medicine, quelli privati sono troppo costosi.

Ecco perché penso, ostinatamente, che il nostro ospedale sia un segno di speranza per questa gente. Non ci sarà tutto, ma facciamo il possibile. Anzi, l’impossibile.

Quello che mi muove, che ci muove, è la carità verso l’altro, verso tutti. Nessuno escluso.

Gesù ci ha detto di essere presenti nel più piccolo e nel più diseredato.

Questo è quello che facciamo, ogni giorno.


Fratel Beppe Gaido


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